PERDIFUMO. È ancora sotto choc Francesco D’Angiolillo (nella foto), il 20enne arbitro di Ascea malmenato sul campo di Perdifumo, ieri pomeriggio, e costretto a tornare a casa scortato da carabinieri della locale Stazione fino allo svincolo sulla SS18. I militari dell'Arma lo hanno accompagnato anche presso l’ospedale civile di Agropoli, dove i medici gli hanno prescritto 4 giorni di prognosi per le percosse ricevute da alcuni calciatori di casa durante l’incontro di calcio Vigor Castellabate-Herajon, match del torneo di Prima Categoria (girone H). “Ho subito una violenza ingiustificata da ragazzi che hanno la mia stessa età – spiega alla nostra redazione D’Angiolillo, iscritto alla sezione Aia di Sapri - mi hanno aggredito alle spalle, almeno in quattro, uno dei quali mi ha dato una violenta testata alla nuca ed un calcio ai polpacci, oltre a continue botte alla schiena”. Il giovane direttore di gara racconta i fatti atterrito, ed aggiunge: “Ho dovuto sospendere la partita perché mi avevano accerchiato, spingendomi e strattonandomi. Fortunatamente, grazie al custode e ad un vigile urbano, ho raggiunto gli spogliatoi, ma anche lì diversi estranei sono venuti a minacciarmi”. Minacce che D’Angiolillo ricorda molto bene: “Tu da qui non esci vivo, ti sfasciamo la macchina... mi dicevano prendendo a pugni la porta ed inveendo contro di me, anche con offese personali ripetute, poi sono arrivati i carabinieri e mi hanno accompagnato in ospedale”. L'increscioso episodio è avvenuto a circa 10 minuti dalla fine della partita (sul risultato di 0-1) quando il direttore di gara è stato accerchiato da almeno sei calciatori della Vigor, inviperiti per un fuorigioco a loro avviso inesistente. L'arbitro ha così espulso uno dei calciatori, scatenando la violenza degli altri compagni di squadra, che l'hanno così aggredito e pestato con calci e pugni. Calciatori e dirigenti della Vigor negano la versione dell’arbitro, ma per il Giudice Sportivo farà fede ciò che D’Angiolillo ha scritto nel referto.