Ambiente
LO STUDIO
LO STUDIO
Cilento, lo scoiattolo asiatico è una minaccia per biodiversità e agricoltura: al via il piano di eradicazione
Antonio Vuolo
06 agosto 2025 17:26
Eye
  352

CILENTO. A vederli, saltellare da un albero all’altro, anche nel Basso Cilento genera una certa simpatia, soprattutto tra i più piccoli. Eppure sotto lo sguardo tenero dello scoiattolo variabile (Callosciurus finlaysonii) si nasconde una minaccia seria soprattutto per gli agricoltori dei territori comunali tra Sapri, Camerota e Centola. E’ quanto emerge dallo studio guidato dal professore Domenico Fulgione dell’Università Federico II di Napoli, responsabile scientifico del progetto di ricerca sulla presenza nel territorio cilentano di questa specie esotica e invasiva. “La sua casa è il Sud-Est Asiatico - spiega Fulgione - ma negli Anni Ottanta furono liberati alcuni esemplari nei pressi di Maratea. Gli saranno piaciuti i posti, i frutti, e tutto quello che fa arrabbiare gli agricoltori, tanto che ad oggi ha raggiunto e invaso tutta la parte meridionale del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Da qui la giusta preoccupazione di Ente Parco e Regione Campania che in una strategia di collaborazione con la Federico II hanno attivato un programma per contrastate la diffusione dello scoiattolo asiatico”. Oltre ai danni agli agricoltori, i ricercatori federiciani hanno scoperto che lo scoiattolo asiatico ha invaso l’areale dello scoiattolo autoctono, il nostrano Sciurus vulgaris, che vive nei boschi del Vallo di Diano. La collaborazione Regione, Parco, Università sta producendo i primi frutti in termini di metodologie di cattura per la specie invasiva, mentre la prestigiosa rivista internazionale Biological Invasions ha pubblicato nei giorni scorsi la ricerca del team del professore Domenico Fulgione e della dottoressa Maria Buglione. Si tratta di un report dello stato della diffusione dello scoiattolo invasivo, ma anche una proiezione nel futuro alla luce dei cambiamenti globali, che potrebbero accelerarne il processo. “Il pericolo principale è rappresentato dalla perdita di biodiversità. Parliamo di uno scoiattolo che può causare danni significativi alle specie autoctone. Ma lasciatemi aggiungere che iniziano ad arrivare anche le prime segnalazioni relative all’impatto su agricoltura e infrastrutture: danni alle coltivazioni, ai cavi elettrici, ai manufatti. - rincara la dose Fulgione - Si tratta di una criticità che il Parco è chiamato a gestire e che già sta affrontando in sinergia con la Regione Campania e l’Università. È stato infatti avviato un progetto all’interno del quale, come Università, siamo stati incaricati di elaborare un protocollo per la cattura, l’eradicazione e la previsione demografica, ovvero per capire quale sarà il destino di questi animali e quali scenari ci attendono”. 

 

Ora che si è conclusa la fase di studio, partirà il piano di eradicazione. Ma è importante chiarire bene in cosa consiste e soprattutto quanto sia fondamentale coinvolgere e sensibilizzare la popolazione. Nell’immaginario collettivo, lo scoiattolo è spesso visto come un animale simpatico, innocuo, tenero. È vero, ed è comprensibile. Ma è anche vero che quando si parla di specie esotiche invasive, è estremamente difficile far comprendere il reale impatto che possono avere sulla biodiversità. “È più facile imputare i danni a un animale come il cinghiale, che per molti è ‘ingombrante’ o ‘pericoloso’. Più complicato è far capire che anche una nutria, un ibis, o uno scoiattolo possono contribuire in maniera significativa alla perdita di biodiversità. - conclude Fulgione - 

Ecco perché è essenziale lavorare anche sul piano della comunicazione sociale. Immaginate cosa significa dover procedere con l’eradicazione di uno scoiattolo che vive nei parchi urbani, che è ormai in contatto quotidiano con l’uomo – come accade, per esempio, a Sapri. È chiaro che si tratta di un progetto di conservazione in cui la componente sociale sarà decisiva. Per quanto riguarda l’intervento sul campo, naturalmente, l’obiettivo è agire nel massimo rispetto del benessere animale. Stiamo valutando e sperimentando metodi alternativi, meno impattanti, e prendendo in considerazione tutte le soluzioni possibili purché efficaci nella rimozione della specie dall’ambiente naturale”. 



Logo stiletvhd canale78
Immagine app 78
SCARICA
L’APP