CAMPANIA. “Un regalo di fine legislatura per cavatori e costruttori a discapito del territorio, della tutela ambientale e della salute dei cittadini.” Legambiente Campania in una nota esprime la totale contrarietà al Disegno di Legge della Giunta Regionale della Campania "Disposizioni in materia di estrazioni dai corsi d'acqua, riqualificazione delle cave e contributi e polizze per attività estrattiva. Modifiche alla legge regionale n. 54/1985", provvedimento che dopo una lunga gestazione con varie battute di arresto è riuscito ad approdare in Commissione Urbanistica a fine legislatura con un cronoprogramma stringente per poter arrivare al voto prima delle elezioni. “I cavatori e i costruttori- prosegue nella nota Legambiente Campania- sentitamente ringraziano per un testo che spudoratamente propende per i propri interessi a discapito dei sacrosanti principi di bilanciamento che piuttosto dovrebbero contemperare le esigenze di tutela ambientale e della salute dei cittadini perseguendo una equilibrata regolazione delle attività di estrazione di inerti. Il Disegno di Legge costituisce un vero e proprio attentato alla già precaria salute dei fiumi prevedendo la possibilità di prelevare le preziose sabbie fluviali per paventati motivi di sicurezza idraulica e piuttosto che utilizzarle nello stesso fiume per contrastare i processi di erosione costiera destinarle alla commercializzazione anche in forma di compensazione dei costi sostenuti dagli appaltatori. Un meccanismo che premia questi ultimi in quanto la compensazione viene calcolata in base a un valore della sabbia molto inferiore a quelle reale di mercato. In una Regione dove è sotto gli occhi di tutti l’erosione diffusa delle spiagge e che tra le principali cause vi è il mancato trasporto solido, delle sabbie, da parte dei fiumi che serve a bilanciare l’azione aggressiva del mare che le asporta. Con il paradosso che si è poi costretti a spendere cifre enormi in progetti di protezione della costa, artificializzandola e deturpandone le mirabili qualità. Inoltre- denuncia Legambiente Campania- il DdL apre spregiudicatamente ad ulteriore estrazione di calcare senza una oggettiva valutazione della effettiva capacità produttiva delle autorizzazioni e concessioni estrattive già in essere e senza considerare il già più che consistente fabbisogno stabilito dal Piano Regionale delle Attività Estrattive – PRAE vigente di ben oltre 14.000.000 di tonnellate di calcare annue.
“Abbiamo presentato le nostre osservazioni – conclude Legambiente- proponendo modifiche tese a contemperare alle eventuali esigenze di maggiore richiesta di calcare e alle inderogabili esigenze di tutela dell’ambiente e dei cittadini, richiedendo al Consiglio Regionale e alla Giunta Regionale, una responsabile revisione dello stesso in accordo con i principi fondamentali di imparzialità, buon andamento, trasparenza, pubblicità, efficacia, economicità, nonché ai principi comunitari cui deve essere informata l’azione delle pubbliche amministrazioni, ma anche per sollecitare tutte le parti istituzionali e sociali, dai Comuni alle associazioni, ai comitati a far propria e sostenere l’esigenza di una decisa azione correttiva delle deleterie previsioni del DdL.