SALERNO. Come annunciato nella conferenza stampa dall'avvocato Franco Massimo Lanocita, dal presidente Lorenzo Forte dell'associazione "Salute e Vita", dal vicepresidente Paolo Fierro dell'associazione "Medicina Democratica" e dall'ingegnere Salvatore Milione, in data 21 ottobre, come associazione "Salute e Vita" abbiamo provveduto, in una pec congiunta con l'associazione "Medicina Democratica", ad inviare la seguente diffida nei confronti dell'ASL, con relativa richiesta di monitoraggio immediato della popolazione coinvolta.
Alla luce delle ultime ispezioni effettuate dall'Arpac è emerso che l'attività delle fonderie Pisa no viene svolta in elusione e/o contrasto con le condizioni imposte dall'AIA rilasciata in data 20 aprile 2020. A tanto si aggiunge il dato che la produzione avviene con l'utilizzo del forno alimentato a carbon coke messo al bando dall'UE e motivo di verifica dell'AIA da parte della Regione Campania. La circostanza è coerente con il disastroso quadro della condizioni riscontrate dalla relazione finale dello studio SPES, cosi come ripreso dalla sentenza della CEDU del 6 maggio 2025 che ha condannato l'Italia per aver violato il diritto al rispetto vita privata e fami (Art. 8 CEDU) dei residenti della Valle d'lrno a causa dell'inquinamento delle Fonderie Pisano a Salerno. Tutto ciò premesso si richiede a codesto Ente quali iniziative intenda intraprendere sul territorio al fine di verificare ed eliminare i danni prodotti dall'industria insalubre denominata Fonderie Pisano e se, a differenza del passato intenda assumere una posizione chiara in sede di Conferenza dei Servizi indetta dalla Regione Campania per il riesame dell'AIA rilasciata alle Fonderie Pisano non più adeguata alla luce delle nuove B.A.T. emanate dalla Commissione Europea.
"Monitoraggio possibile - scrivono Lorenzo Forte, presidente associazione "Salute e Vita" e Paolo Fierro, vicepresidente associazione "Medicina Democratica" - Di fronte ad una condizione di rischio per la salute per una conclamata e perdurante esposizione a elementi nocivi presenti nell’ambiente è necessario che le autorità sanitarie si pongano il compito di controllare la salute della popolazione residente in senso spazio temporale. La condizione di rischio per la salute nella valle dell’Irno, conclamata e persistente è stata dimostrata in più rilievi dell’Arpac, dell’Istituto Zooprofilattico di Portici , dei consulenti del Tribunale di Salerno , così come i danni alla salute che denunciano i comitati e che risultano inequivocabilmente sia dall’indagine parlamentare dell'allora ministro Costa, sia dalle conclusioni della consulenza dei professori Biggeri e Forastiere nella succitata indagine del tribunale di Salerno. Da tutte queste approfondite indagini risulta nell’area della valle dell’Irno che comprende i quartieri periferici di Salerno e le aree del Comune di Pellezzano e Baronissi che circondano l’industria siderurgica Fonderie Pisano vi è sicuramente un eccesso di metalli pesanti, come mercurio , Cromo, piombo, nonché diossina, sostanze micidiali per la salute, e in parallelo un eccesso di incidenza e mortalità per mesoteliomi , tumori respiratori e della mammella oltre che di altre patologie non oncologiche. Per questi motivi, di acclarata esposizione ad inquinanti , costantemente persistente per decenni, e di ricadute negative sulle condizioni di salute e di vita della popolazione la Corte Europea per i diritti dell’Uomo condanna l’Italia in data 6 Maggio 2025 con ricorso 52854/18 per accertata violazione dei diritti dei residenti all’integrità della propria salute.
Tutte queste indagini, al di là della definizione della fonte dell’inquinamento, pongono un allarme ineludibile sulle condizioni di salute ed i rischi di malattie persistenti in quell’area che comprende i quartieri periferici di Salerno, Fratte in particolare, i comuni di Pellezzano e Baronissi. Nonostante tutti questi gravi indizi precedenti le autorità sanitarie si sono limitate a un ruolo meramente burocratico di acquisire le relazioni dei medici competenti dell’azienda Pisano, principale fonte di emissioni nell’area , limitate peraltro al solo personale dipendente e nella fase di attività lavorativa, alla compilazione del Registro Tumori dell’Asl Salerno , priva di una focalizzazione topografica degli eccessi di incidenza, prevalenza , Rischio Relativo e mortalità per le aree di reale concentrazione di inquinanti ma limitato alla registrazione per Comune oltre che per l’intero territorio provinciale , omettendo la ovvia considerazione che nello stesso comune vi sono condizioni di rischio diverse da quartiere a quartiere o contrade.
Il Comune di Salerno e quelli limitrofi potevano e dovrebbero mettere in atto il dettato della legge 29 Marzo 2019,n° 29 che ha istituito i Registri Tumori e il Referto epidemiologico Comunale che rappresenta la registrazione delle variazioni di mortalità desunte dall’Anagrafe Comunale , distribuite per quartiere o aree urbane , per sesso, età e anno così come avvenuto Genova, Livorno, Vercelli e Napoli. Niente di tutto questo è avvenuto. C’è bisogno indubbiamente , nella situazione data, non essendo stata fatta alcuna bonifica dei territori inquinati e persistendo l’attività emissiva delle fonti sospette, di impostare un sistema di controllo efficace delle condizioni di rischio e dei livelli di salute della popolazione della valle dell’Irno. C’è bisogno di impostare un inquadramento della situazione specifica finalizzata alla Prevenzione.
Tale monitoraggio deve avere valore retroattivo nel senso di una serie di esami atti alla valutazione dell’andamento della mortalità per quartiere , per età, sesso, per anno secondo lo schema delineato dal calcolo del Rapporto Standardizzato di Mortalità ( SMR) descritto nell’art.4 della legge 29/2019 , già utilizzato in altri centri urbani . Questo documento, definito Referto Epidemiologico Comunale,REC, è di Competenza dei Comuni che dispongono dei dati dell’Anagrafe e quindi della nati-mortalità per anno. In secondo luogo deve essere garantita la pubblicazione , puntuale , tempestiva e descrittiva delle distribuzioni territoriali del Registro Nominativo delle cause di morte , RENCAM , di competenza dell’ASL . C’è inoltre la necessità di una migliore metodologia \descrittiva del Registro Tumori che non può limitarsi a pubblicare dati cumulativi per aree comunali che non descrivono la gli eccessi per quartiere e microaree in particolare per Salerno città ed i Comuni limitrofi più esposti alla nocività come rilevato da indagini ufficiali . Anche questo compito è di pertinenza dell’ASL Salerno. Oltre le indagini retroattive è necessario proiettare le indagini al futuro nel senso di individuare le condizioni di rischio attuali che precedono l’instaurarsi della patologia, oncologica e non .
Oltre i classici screening tipici della medicina predittiva, è necessario replicare le esperienze delle indagini sul vivente praticate durante lo studio SPES nella “terra dei fuochi” e cioè ricerca dei metalli pesanti e diossina nel siero di campioni di volontari sani , non a caso definita biomonitoraggio. Questo tipo di indagini o simili( bioaccumulo tricologico, indagini sulla fecondità etc.) deve uscire dall’eccezionalità dei programmi sperimentali o dalle indagini ministeriali definite da esperti ed essere replicati nella normale pratica delle aziende sanitarie addette al controllo della salute dei territori attenzionati da fenomeni di inquinamento acclarato. Tutto ciò deve essere affiancato da indagini ambientali dell’ARPAC e dal confronto delle mappe del rischio ambientale secondo lo schema adottato nella compilazione delle apposite mappe della Procura Napoli nord nella vicenda della Terra dei fuochi".