CAMPANIA. L'apertura della campagna olivicola campana preannuncia l'eccellenza dal punto di vista della qualità, con la previsione di un calo della produzione rispetto agli anni precedenti che si potrebbe attestare intorno al 20-30% sul territorio regionale. Le prime proiezioni sulla campagna olivicola arrivano da Confagricoltura Campania rappresentata da Fabrizio Marzano. La siccità ha colpito le piante a macchia di leopardo, e in alcune zone si preannunciano rese basse, quindi con capacità di produzione di olio ridotte rispetto agli anni precedenti. In alcuni areali la drupe non si è dimensionata come al solito e l’oliva si presenta ridotta nelle dimensioni, tale per cui il peso risulta inferiore. In termini generali la resa si presenta nella media, con una produzione di 14 litri al quintale. E' scongiurata la presenza della mosca olearia, che sembra avere garantito qualità eccellenti dal punto di vista organolettiche e nutraceutiche, confermando lo standard elevato della produzione campana. L'apertura della campagna di raccolta delle olive riscontra lievi criticità, che pure si preparano ad essere sollevate ai tavoli istituzionali dalla federazione regionale, accanto alla politica di valorizzazione di uno dei prodotti di punta dell'agroalimentare campano attraverso il consorzio IGP Olio Campania. Alla luce dell'impegno sulla brandizzazione di un prodotto a forte connotazione regionale, Confagricoltura Campania spinge per affiancare attività e iniziative tese a far decollare tanto l'enoturismo, quanto l'oleoturismo. Come ha spiegato Antonio Casazza, Presidente della Sezione Economica Olivicoltura, l’obiettivo non si traduce soltanto nella maggiore diffusione e divulgazione del prodotto stesso per il consumatore, ma nella conoscenza diretta della cifra che lo connota e lo contraddistingue. Per garantire infatti una migliore conoscenza del metodo di produzione, della salubrità ambientale che preserva, delle innovazioni nel campo della farmaceutica e della cosmetica, Confagricoltura Campania supporta anche l'Op- l'Organizzazione dei Produttori. L’impegno di Confagricoltura Campania si traduce dunque nel costruire valore aggiunto al prodotto, e nella capacità di incidere sul prezzo di mercato con una etichetta illustrativa della denominazione geografica, che include il biologico. Ad oggi il prezzo finale del prodotto campano si aggira intorno ai 10-12 euro al litro, ma i costi di produzione sono lievitati: dalla manodopera specializzata e non meccanizzata per la raccolta, al costo dell'energia. I produttori lamentano la scarsa corrispondenza tra valore del prodotto e costi vivi. A questo si aggiunge la concorrenza dell'olio proveniente da Spagna, Portogallo e Grecia venduto a 3 euro al litro. Per questo risulta importante proporre il super intensivo negli areali ad elevata disponibilità di acqua, per abbattere costi e aprire alla meccanizzazione della raccolta in terreni leggermente collinari. Gli areali della Campania interna sono già pronti per il super intensivo e le prospettive sono di una crescita importante del comparto, in quanto la domanda supera di almeno di tre volte l'offerta soltanto in Italia.