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Conte: "L'Inter poteva ammazzarci. Vi spiego la scelta di Neres. Su Lautaro..."
Simone Soriano
26 ottobre 2025 11:22
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NAPOLI. Antonio Conte, tecnico del Napoli, ha parlato in conferenza stampa dopo la vittoria per 3-1 contro l’Inter

“Come si fa in una settimana a distruggere tutto? Dobbiamo riflettere su questo. A volte c’è mancanza di rispetto verso chi lavora, perché si esagera. A tutto c’è un limite, e noi dobbiamo essere bravi a non ascoltare e ad andare avanti per la nostra strada. Oggi abbiamo vinto e posso dire che da inizio anno abbiamo avuto tantissimi infortuni. Con il Torino mancavano sette titolari, ad Eindhoven quattro, oggi ne mancavano tre e si è anche fatto male De Bruyne. È un momento non semplice, e nonostante questo abbiamo la forza di reagire e di affrontare le situazioni nella giusta maniera. Non possiamo soltanto pensare che Lukaku o Rrahmani non ci sono, che Buongiorno è rientrato da poco, che Hojlund non ha giocato le ultime tre. A tutto c’è un limite, perché se poi vogliamo far diventare il Napoli un bersaglio allora non va bene. Da inizio stagione sto dicendo che sarà un’annata complessa per vari motivi. Se poi ci si mettono anche gli infortuni, allora sarà ancora più complessa. Sicuramente la sconfitta in Champions ci ha fatto incazzare, perché anche col City fummo bravi ad evitare la goleada, e invece è successo con il PSV. Questo non deve accadere, perché i giocatori sanno che la testa non va mai persa. Nelle cadute bisogna essere bravi ad imparare e capire di non dover mai perdere lo spirito che ci ha contraddistinto, chiunque giochi. Abbiamo vinto una partita contro una squadra fortissima, la più forte del campionato, che ha fatto due finali di Champions negli ultimi 3 anni. Venivano da sette vittorie consecutive, quindi non è facile. Siamo stati bravi perché loro, sportivamente parlando, potevano farci molto male. Si poteva perdere, ma non in una brutta maniera. Siamo riusciti a rendere orgogliosi i nostri tifosi, che devono credere in noi perché i ragazzi danno e daranno sempre tutto per la maglia fin quando ci sarò io. Siamo pronti a sputare sangue per la maglia del Napoli. In settimana abbiamo analizzato bene il momento, io non sono un allenatore che volta le spalle ai problemi. Se c’è un problema, lo affrontiamo. I ragazzi sanno che io sono leale e diretto, abbiamo affrontato la situazione con i vecchi e con i nuovi, perché se non vogliamo che diventi una stagione come quella di due anni fa, non dobbiamo mai perdere lo spirito che ci ha contraddistinto, e lo devono avere tutti, sia i vecchi che i nuovi. Penso sia stata una partita importante perché ci ha fatto capire che se vogliamo, anche nelle mille difficoltà, possiamo sempre dire la nostra ed essere duri a morire, al di là del risultato. Non mi è mai accaduto in carriera di perdere come ad Eindhoven, però c’è sempre una prima volta e l’importante è che anche per i ragazzi quella prima volta sia un segnale forte che la musica deve cambiare, a prescindere da chi c’è. Abbiamo dato una risposta importante, e sono contento. Con i nuovi ci stiamo conoscendo meglio, i vecchi invece sanno che io sono lo stesso dell’anno scorso con pretese più alte. Mentre oggi Lucca avrebbe fatto fatica contro Acerbi Akanji e Bastoni, ho scelto un calciatore come Neres per scombinare i loro piani. Mi sono affidato a Juan Jesus a destra e ho avuto delle grandi risposte. Questa squadra deve crescere, e tutti insieme ci dobbiamo amalgamare sapendo che lo spirito di squadra dovrà essere sempre al centro di tutto. Degli individualismi non mi interessa, a costo di lasciare gente fuori. Solo così possiamo raggiungere l’obiettivo che farebbe contento il presidente, cioè quello che ci permetterebbe di giocare la Champions anche l’anno prossimo. Lautaro? La partita era molto calda e possono esserci battibecchi. Dell’Inter ricordo i due anni che ho fatto, ho riportato lo scudetto dopo 10 anni interrompendo l’egemonia della Juve con giocatori che non avevano mai vinto, li ho instradati a quello che adesso stanno facendo. Lautaro è sicuramente un grandissimo calciatore, ma dal punto di vista umano in due anni hai poco per conoscere bene una persona”.



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