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Dall’Italia al Brasile: il ritorno del regista di “Terra Nostra” alle sue origini cilentane
Germana Derì
03 novembre 2025 11:24
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Un viaggio tra memoria e identità: il nuovo film del regista della celebre telenovela "Terra Nostra" partirà da Castellabate, nel cuore del Cilento, per raccontare la storia di chi lasciò l’Italia in cerca di una nuova vita oltreoceano.

CASTELLABATE (SA). Il regista Jayme Monjardim Matarazzo, celebre per aver diretto la telenovela Terra Nostra, è arrivato in questi giorni nel Cilento, accompagnato durante i primi sopralluoghi dal fotografo Leo Correa Lima e dal suo parente, immigrato di ritorno, Fabio Matarazzo.

In un’intervista rilasciata in esclusiva ai microfoni di Stile TV, Matarazzo racconta le emozioni di questo ritorno alle origini e il legame profondo che lo unisce a questa terra.

C’è una luce particolare, a Castellabate. Una luce che scivola tra i vicoli antichi e si posa dolcemente sul mare, come se volesse raccontare storie. È forse per questo che il celebre regista di Terra Nostra ha scelto proprio questo borgo per iniziare le riprese del suo nuovo film: una storia che, ancora una volta, parla di partenze, di speranze, di mare e di memoria.

Il suo nome è legato a un cognome che nel Cilento risuona familiare: Matarazzo. E non è un caso.
“È un piacere essere qui,” confida con un sorriso, “perché qui si respira l’aria della mia famiglia. Castellabate è un luogo meraviglioso, perfetto per girare, per fotografare… per vivere.”

Il progetto internazionale, girato in lingua inglese, prenderà forma proprio in questo angolo di Campania sospeso tra cielo e mare. Circa venticinque minuti del film saranno girati qui, tra le case in pietra e i panorami che sembrano usciti da una cartolina. Poi, il viaggio continuerà in Brasile, sulle orme di coloro che, più di un secolo fa, partirono da queste coste verso una terra lontana, inseguendo un sogno.

“Dopo Castellabate ci sarà il viaggio, e poi tutto il Brasile. È una lunga giornata ma tutto comincia qui", racconta il regista, con gli occhi pieni di entusiasmo.

La sua carriera è già legata a un racconto simile. Terra Nostra — la serie che negli anni Duemila conquistò milioni di telespettatori italiani — fu un omaggio alla storia degli emigranti italiani che lasciarono la propria terra alla fine dell’Ottocento. Una saga di amore, sacrificio e rinascita che ancora oggi vive nel cuore di chi la guardò.

“È stata un’esperienza magica,” ricorda. “Con quella storia ho voluto rendere omaggio a tutti gli italiani che partirono per il Brasile, cercando una vita nuova. Ancora oggi la serie viene trasmessa e il pubblico continua a emozionarsi.”

Non nasconde il suo legame profondo con l’Italia. Anzi, sembra quasi volerlo rinnovare ogni volta che parla.
“Io mi sento totalmente italiano. Sto persino cercando una casa qui,” scherza. “Se qualcuno vuole vendermela, la compro subito!”

Il nuovo film — di cui per ora si sa solo che porterà il nome Matarazzo — promette di intrecciare memoria familiare e storia collettiva, raccontando la grande avventura di chi, come suo antenato Francesco, partì dal Cilento per fondare una nuova vita in Brasile.

 

E mentre la pioggia scende leggera sulla celebre piazzetta di Castellabate, dove lo abbiamo incontrato per un caffè e questa intervista tra una sua ripresa e l'altra, il regista osserva il mare con lo sguardo di chi sa che da qui, un tempo, sono partite tante storie. Alcune finite lontano, altre ancora sospese tra due continenti.
Forse è proprio in questa luce, tra il profumo del mare e il silenzio delle pietre antiche, che il suo nuovo film ha già cominciato a prendere vita. Noi ne daremo ancora notizia.

 



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