NAPOLI. Molte persone potrebbero essere indotte a pensare che la prima forma di Didattica a Distanza (DAD) sia avvenuta nel 2020, in seguito alla situazione pandemico-emergenziale legata ad un terribile nemico, il Covid-19, che sembra ormai lasciato alle spalle. Tuttavia, c'era un tempo in cui già delle primissime forme di didattica a distanza erano state sperimentate. Nel 1937, infatti, praticamente quasi un secolo fa, a Chicago vennero chiuse le scuole elementari per tre settimane in seguito ad una terribile diffusione di poliomielite che sconvolse l'intera città. A quei tempi strumenti come Internet, Pc e Smartphone rappresentavano solamente un miraggio e, di conseguenza, gli unici strumenti di cui si avvalsero i docenti furono giornali e radio: i primi riportavano orari e date delle lezioni con domande e compiti assegnati per il giorno successivo e venivano reperiti dalle famiglie stesse; le radio invece, trasmettevano lezioni vere e proprie ed erano organizzate in segmenti di quindici minuti di trasmissione. Al fine di rendere le lezioni ancora più coinvolgenti, i docenti optarono per l'introduzione di personaggi celebri che intervennero in radio: tra questi si può ricordare l'esploratore britannico, Carveth Wells, noto per molteplici spedizioni in Africa, in India e altre realtà poco conosciute. Fu istituita persino una linea telefonica con l'ufficio del distretto scolastico, dove ben 21 docenti si prodigarono per rispondere alle chiamate dei genitori. Il primo giorno vennero registrate più di 1.000 telefonate. Tuttavia, si riscontrò un problema legato al mancato accesso alle tecnologie di alcune famiglie, in quanto queste disponevano di scarsa ricezione del segnale radiofonico. Sebbene, comunque, centinaia di migliaia di studenti si fossero sintonizzati sulle suddette lezioni radiofoniche, questa esperienza quasi centenaria mise al corrente la complessità della formazione attraverso i media. L'avventura del 1937 funge da collante alla didattica online, invece, del 2020 che dal suo canto ha dimostrato come, mediante una visione pedagogica ben consolidata e competenze tecnologiche acquisite dai docenti, gli stessi strumenti tecnologici possono rappresentare un supporto concreto per gli studenti al fine di facilitare loro l'apprendimento e supportare la canonica didattica in presenza. Tale discorso concerne da vicino anche la Campania , dall'Irpinia ai piccoli comuni del Cilento, passando per gli Appennini sanniti. I docenti, in tali contesti, si reinventarono, attivando sportelli telefonici, distribuendo tablet e organizzando lezioni in fasce orarie flessibili per venire incontro alle difficoltà di chi viveva in zone meno servite dalla rete. Anche in territori come questi, quindi, l'uso consapevole e pedagogicamente fondato delle tecnologie può diventare una risorsa inclusiva, capace di colmare distanze e garantire continuità educativa anche nelle condizioni più difficili.