CAPACCIO PAESTUM. Si è tenuta stamane una nuova udienza, presso il Tribunale di Vallo della Lucania, in merito al processo sui presunti appalti pilotati a Capaccio Paestum, nel Salernitano. Davanti al collegio giudicante, è stato ascoltato l’imprenditore Marco Aliberti, titolare di una ditta chiamata a partecipare al bando per la pubblica illuminazione finito al centro dell’inchiesta, e l’architetto Nino Pagano (nella foto), considerato il principale testimone della pubblica accusa nel procedimento che vede imputati a vario titolo, per corruzione, falso ideologico e turbata libertà degli incanti in concorso, l’ex sindaco ed ex presidente della Provincia, Franco Alfieri; la sorella Elvira Alfieri, l’ex staffista Andrea Campanile, il funzionario comunale Carmine Greco oltre a Vittorio De Rosa e Alfonso D’Auria, già titolare e procuratore speciale della Dervit. Accompagnati dai rispettivi avvocati difensori, presenti in aula tutti gli imputati. Per la pubblica accusa, ha interrogato i teste il sostituto procuratore Luigi Spedaliere. Durante l’udienza, Alfieri ha sistematicamente ignorato Pagano. Al termine dell’udienza, abbiamo raccolto le seguenti dichiarazioni.
LE DICHIARAZIONI DI NINO PAGANO
Architetto Pagano, cosa ha detto in aula? “Ho ribadito in aula quello che avevo già detto in passato, più volte, ai magistrati inquirenti che mi hanno interrogato”.
Nello specifico, cosa le hanno chiesto? “Dei rapporti di Alfieri con Dervit e Cogea, nel senso che avevo letto alcuni atti e li ho rappresentati per ciò che riportavano, non che io seguissi le due imprese per qualche motivo. In aula hanno tirato anche fuori la problematica delle registrazioni varie: al riguardo, l’avv. Cacciatore (legale di Campanile, ndr) ha fatto una battuta che mi fa sorridere, insinuando che, a detta di Alfieri e Campanile, mi evitavano perché avevo le cimici addosso, per cui riuscivo a registrare conversazioni sul Comune: su questo mi riservo poi di agire in separata sede”.
E dei suoi rapporti personali e politici con Alfieri? “I miei rapporti con lui si sono rotti due giorni dopo le elezioni, questa è una cosa che sa tutta Capaccio Paestum, tant’è che su StileTV, all’epoca, abbiamo fatto anche un’ora di trasmissione per spiegare i miei rapporti con Alfieri. Fece delle azioni che a me non sono piaciute e gli ho sempre contestato come amministrava ovvero facendo mutui su mutui: in quella trasmissione dissi che in 6 mesi il Comune sarebbe andato in dissesto, e così è stato".
Per questo stava anche immaginando di far cadere anzitempo l’Amministrazione Alfieri? “Ma no… non ci sono mai stati i numeri perché Franco aveva salda la maggioranza”.
Però, a quanto pare, Alfieri la temeva? “C’era una rottura tra me e lui, essendo anche caratterialmente un po’ rissoso, diciamo così, mi ero risentito perché avevo fatto il massimo per farlo eleggere sindaco, lui invece mi ha ripagato con brutte azioni. Ne ho subite parecchie, diciamo… parlava a tutti male di me, perfino ai miei clienti, dicendo loro che io non ero buono e che non si dovevano più rivolgere a me, questa cosa mi ha fatto molto male”.
LE DICHIARAZIONI DEI LEGALI DIFENSORI DEGLI IMPUTATI
Avv. Antonello Natale (legale della Dervit): “Oggi abbiamo sentito a mio avviso due testimoni chiave e sono stati chiariti alcuni aspetti fondamentali per gli imputati, perché in un processo devono entrare fatti storici, non suggestioni, opinioni o cose per sentito dire da altri… ebbene, di fatti reali oggi ne abbiamo ascoltati ben pochi, anzi nessuno. E nella prossima udienza, il 4 dicembre, sentiremo altri otto testimoni. Se questo è il ritmo, potremmo avere una definizione di questo processo in tempi record, ovvero già l’anno prossimo, a discapito di chi diceva che il Tribunale di Vallo della Lucania è lento, dove i processi muoiono... nonostante delle criticità storiche, si sta facendo di tutto per dare una giustizia più veloce ai cittadini del Cilento e del circondario”.
Avv. Cecchino Cacciatore (legale di Campanile): “Finalmente abbiamo cominciato a sentire i testimoni e sembra proprio evidente che le accuse, fondate sulle dichiarazioni di quelli che il pubblico ministero ritiene principali fonti di prova, stiano crollando una ad una già dal primo momento. Le dichiarazioni di Pagano? Beh, è sembrato a tutti evidente che sono molto deboli sul piano dell’attendibilità e della credibilità”.
Avv.ti Agostino De Caro e Domenicantonio D’Alessandro (legali famiglia Alfieri): “Oggi, grazie al contraddittorio, abbiamo capito una serie di cose che nella fase investigativa non sono state chiarite. Siamo sereni, abbiamo piena fiducia nei magistrati e nella nostra linea difensiva, siamo convinti che Franco ed Elvira Alfieri sono innocenti e lavoreremo per dimostrarlo. Speriamo di riuscirci, l’importante è lavorare con correttezza e lealtà. Non commentiamo le dichiarazioni di Pagano, ma il dibattimento è prezioso perché serve a chiarire alcuni passaggi che, in fase d’ indagine, potevano sfuggire e sono sfuggiti, a nostro avviso. Saranno utilizzate anche le intercettazioni, la nostra richiesta è stata rigettata… ma è ovvio che dovranno essere valutate ed interpretate nel modo giusto”.
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