SALERNO. Sono passati 45 anni, la triste ricorrenza, eppure sono ancora visibili, evidenti, gli effetti del terremoto che la sera del 23 novembre del 1980, alle ore 19.34, sconquassò la Campania. I morti stimati furono 2.735, di cui 1.762 in provincia di Avellino, 674 in quella di Salerno, 153 nel Potentino, 12 in provincia di Caserta, 3 in provincia di Benevento e 131 nel Napoletano, 8.848 le persone ferite, 400mila senzatetto. Il terremoto irpino-lucano, considerato il sisma più violento dal dopoguerra ad oggi, mise in luce varie problematiche tra cui la fragilità e la fatiscenza del patrimonio edilizio italiano, l’enorme ritardo nei soccorsi e l’urgenza della realizzazione della moderna Protezione civile. Proprio da questo sisma è partito l’iter amministrativo dell’istituzione del Dipartimento della Protezione civile.