CAPACCIO. La Calpazio prende ancora una volta posizione sul caso Teta. Una vicenda che ha sconvolto verdetti e stravolto in sole tre settimane la classifica del girone B di Eccellenza. In attesa dell'ultimo verdetto, quello che giungerà da Roma quasi certamente giovedì prossimo, 23 maggio, dall'Alta Corte di Giustizia del Coni, nuova nota della società capaccese apparsa sul sito del club granata. Questo il contenuto:
"In merito a questa vicenda si rende opportuno un chiarimento da parte della società Calpazio. Il ricorso in primo grado nasce dalla posizione dubbia del calciatore Teta a nostro avviso irregolare, qualcuno parla a torto di pressioni della società Torrecuso e si trascura che siamo stati in lotta per la retrocessione fino all'ultima giornata, con il ricorso abbiamo esercitato un nostro diritto, ci dispiace se in questa vicenda sia coinvolta la scocietà Vico Equense con la quale abbiamo avuto l'onore di poterci confrontare e non siamo così stupidi da non capire il danno che gli potremmo arrecare, ma ribadiamo che abbiamo agito per tutelare i nostri interessi e ci saremmo comportati allo stesso modo se il ricorso da inoltrare fosse stato avverso al Torrecuso o ad altra società. Nel frattempo la sentenza di secondo grado ha ribaltato il primo giudizio con delle motivazioni che non riusciamo a capire, se fosse passato il principio dell'affidamento avremmo accettato il giudizio e ce ne saremmo fatti una ragione, ma il comitato forse ha ritenuto di non riconoscere un proprio errore. Purtroppo la motivazione della sentenza della C.D.T. che un calciatore svincolato può giocare con la stessa squadra la domenica successiva è dura da digerire ed è uno schiaffo ai tanti segretari e presidenti di tutte le categorie i quali nel rispetto delle norme federali nessuno di essi si sogna di far giocare la domenica successiva uno svincolato pena la perdita della gara, ci dispiace ma con il rispetto dovuto questa sentenza è un offesa non alla Calpazio ma ai tanti appassionati che fanno parte della famiglia della LND. Il terzo passaggio all'Alta Corte è per ribadire un diritto a non essere considerati delle pedine nell'ambito della LND, forse è una battaglia persa ma tutelare un diritto acquisito vale più di una partita di calcio".