La mattina di 19 anni fa Agostino Di Bartolomei esce sul terrazzo di casa a San Marco di Castellabate e con un colpo di pistola mette fine alla sua vita. Il campione di Roma e Milan, protagonista anche della promozione della Salernitana in serie B del ’90, se ne va così, in silenzio, come era nel suo stile, esattamente dieci anni dopo la finale di Coppa Campioni persa con il Liverpool. A soli 39 anni decide di lasciare tutto e tutti dopo aver sofferto e non poco per essere stato dimenticato dal mondo del calcio. Dopo 350 presenze e 63 gol in serie A, nel 1988 Di Bartolomei accettò di venire a Salerno in serie C facendo una scelta di vita per essere più vicino alla famiglia. La stagione dopo con Ansaloni in panchina riportò la Salernitana in B dopo 24 anni. Quella del 3 giugno 1990 al Vestuti contro il Taranto fu anche la sua ultima partita. Oggi Agostino Di Bartolomei avrebbe avuto 58 anni e tante cose da insegnare ai giovani, come innanzitutto il rispetto delle persone. Perché prima di essere un calciatore “Ago” era un uomo di poche parole e molti principi. E forse anche per questo non si è mai trovato veramente a suo agio nell’universo del pallone. A distanza di tanti anni Di Bartolomei viene ricordato ancora oggi con affetto dai tifosi, a Roma come a Salerno e provincia.
A Castellabate, dove Agostino si trasferì assieme alla moglie, Marisa De Santis, originaria della località cilentana e i figli, Luca e Gianmarco, venne inaugurata il 28 dicembre del 2005, nella frazione San Marco, “Via Agostino Di Bartolomei” con la decisione presa dall’allora primo cittadino Costabile Maurano (nella foto sotto). Promotore dell’iniziativa fu l’editore di StileTV, Alfonso Stile.