Il tripudio di ritmi del sud dei “Briganti Emigranti” di Eugenio Bennato ha mandato in visibilio il pubblico del Paestum Festival: così, si è chiuso in danze scatenate giovedì sera la tranche “classic” della XIII edizione della kermesse all’ombra dei templi. Il cantore del “Grande Sud”, esaltato da una platea in piedi per lui a danzare la sua taranta, si è concesso per oltre venti minuti di bis trasformando il Teatro dei Templi in una energetica ed appassionata arena di festa e ballo popolare. L’appuntamento ha suggellato in bellezza la chiusura della tranche di luglio della kermesse diretta da Mario Crasto De Stefano.
Il ritorno di Paestum nei grandi circuiti internazionali di produzione con il progetto per i danzatori campani in collaborazione con
Una tranche di qualità a partire dai nomi ospiti, come Ismael Ivo, coreografo internazionale in forza alla Biennale Danza di Venezia che ha firmato lo spettacolo del debutto, e l’etoile Eleonora Abbagnato, star del gala, per la prima volta in scena all’ombra dei Templi, senza dimenticare le partnership con
Un cartellone che ha registrato presenze importanti sin dalla prima, dove sono accorsi giornalisti della stampa estera ed osservatori di settore, produttori ed addetti ai lavori, interessati alla nuova produzione, e che, dopo il bagno di folla per le stelle del Gala, ha festeggiato nel segno dell’energia della musica popolare la sua conclusione. Ma, ancora una volta, al successo di gradimento di pubblico ed operatori, non corrisponde una reciproca ed adeguata attenzione da parte delle istituzioni locali.
A registrare rammaricato questo dato è il direttore artistico Mario Crasto De Stefano. “La soddisfazione di aver raccolto le sfide di un periodo di nebbia culturale sotto la scure dei tagli ed aver messo in piedi una serie di appuntamenti di indubbio spessore, e che ha colpito nel segno degli spettatori, ci consola ma non risolve i problemi atavici che ci affliggono. Purtroppo sul fronte dell’offerta culturale in questo territorio le istituzioni latitano abbandonando completamente, senza risposte, chi come noi prova ad inseguire una mission fatta di proposte di qualità per l’offerta culturale. Le potenzialità di Paestum come grande attrattore spettacolare, sede qualificata di appuntamenti di richiamo nazionale ed internazionale, con il conseguente indotto turistico, sembra non interessare gli Enti. Questo è un festival di qualità in via di estinzione, frutto di relazioni professionali del direttore artistico che non potrebbero mai ripetersi senza il sostegno, economico ma anche e soprattutto collaborativo, delle istituzioni locali, a partire da chi è preposto alla gestione della location, non concedendo a questa manifestazione l’onore del Tempio di Nettuno. Dopo tanti anni spesi in questa direzione, amareggiato mi sento costretto a pensare seriamente di trasferire altrove sforzi e competenze”.