“Il nuovo e il mitico nella fotografia di Enrico Salzano” è lo slogan della conferenza stampa tenutasi ieri mattina presso la sede del Sindacato Pensionati Italiani Cgil a Salerno. Un appuntamento che il sindacato salernitano ha voluto promuovere per illustrare le più scottanti tematiche socio-economiche che sta affrontando la provincia di Salerno a difesa delle classi sociali più a rischio e per presentare il nuovo calendario 2010 “Paestum – Urbis invisibilis, in Salerni sinu sita” che intreccia percorsi mitici e tradizioni contemporanee. “Un lavoro d’artista, che dalla riproduzione di alcuni luoghi locali riesce sempre a dare uno sguardo di visionario cosmpolitismo. E dove il dialogo è continuamente tessuto tra le mitopoiesi di Paestum e la reinvenzione in chiave fotografica della Magna Graecia”. Queste le parole scelte nel corso della conferenza da Alfonso Amendola, docente di sociologia dei processi culturali dell’Università di Salerno, che accompagnano le 12 foto di Enrico Salzano scelte dal sindacato come protagoniste del calendario del nuovo anno. Dedito alla fotografia sin dagli inizi degli anni ’70, Salzano è conosciuto soprattutto per il suo “Manifesto della fotografia cosmica”, culmine dei suoi numerosi testi sul linguaggio fotografico, al centro degli interessi della critica dell’epoca e nella storia dell’immagine fotografica. In questo, l’artista svela il desiderio di "collegare ciò che il tempo allontana’’ illustrando contenuti formalmente insoliti, ma umanamente abili ad intrecciarsi con la verità ordinaria. Da questo concetto partono le sperimentazioni che hanno da sempre accompagnato l’excursus del fotografo: giochi con il chiaroscuro e la sensibilità della pellicola per fissare sulla carta fotografica vuoti di memoria, aritmie, flussi di pensiero come lo stesso Salzano ha ricordato nel corso della presentazione. Nelle fotografie riprodotte sul calendario dello Spi-Cgil, i Templi di Paestum fanno da palcoscenico ad un racconto non scritto in cui l’artista traccia piccole figure visionarie, personaggi invisibili descritti da ombre e tratteggi di luce, quasi sospese. Una volontà artistica riconducibile ad una tensione sociale. “Una società come la nostra – commenta Salzano - che corre verso un futuristico ed utopico podio tecnologico, richiede spesso una sospensione che riesca a ristabilire quella visione della vita che troppe volte si dimentica. Così torna utile scuotere il passato per intensificare i rapporti con il presente che ci affolla l’animo di linee informatizzate socialmente sfuggenti”. All’insegna di questi principi, Enrico Salzano, Alfonso Amendola e Nicola Daniele (giornalista e direttore del mensile “Diritti SenzEtà”, anch’egli presente alla conferenza) si sono cimentati nell’approfondimento dell’intreccio dei valori che hanno percorso i processi culturali e sociologici dalla Magna Grecia ai giorni nostri, partendo dalle radici storiche dei Templi di Paestum. Sia Amendola che Daniele hanno, infatti, soffermato la loro attenzione sulla sensibilità artistica dell’autore che nella fotografia fa emergere con forza “una dimensione che va oltre il mondo visibile per abbracciarne uno universale”.