ROCCADASPIDE. Il Comune di Roccadaspide impugna il decreto commissariale del 27 settembre scorso, il Piano di riassetto della rete ospedaliera e territoriale, approvato dal Commissario ad acta, Stefano Caldoro, governatore della Regione Campania, e richiesto dalla presidenza del Consiglio dei Ministri, con l’obiettivo del contenimento della spesa pubblica per la sanità campana. L’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Girolamo Auricchio (nella foto), decide di affidarsi ad un legale, l’avvocato Lorenzo Lentini, per avviare ogni iniziativa giudiziaria nelle sedi appropriate.
Si giunge allo scontro, dopo il ricorso al TAR, avverso alla concreta possibilità che, il Piano, una volta attivo, possa vedere la dismissione dell’ospedale di Roccadaspide, che, leggendo il cosiddetto “Piano Zuccatelli” comparirebbe accorpato, assieme ai nosocomi di Battipaglia, Eboli ed Oliveto Citra, nel preannunciato Ospedale Unico della Valle del Sele.
Roccadaspide perderebbe così il proprio plesso ospedaliero, che verrebbe chiuso, ed allora, arriva la delibera comunale, che lo scorso 8 novembre ha preso posizione, adducendo molteplici motivazioni alla base della scelta di agire anche attraverso le vie legali.
Secondo la delibera, il Piano di riassetto risulta “illegittimo, inadeguato e palesemente in contrasto con tutta la normativa regionale e sanitaria di riferimento”. Ed ancora, il Piano presenta “evidenti incongruenze e disparità di trattamento tra territori e territori, mantenendo esistenti ed in funzione strutture che non rispettano i parametri imposti dalla normativa nazionale, prevedendo, al contrario, la chiusura e/o l’accorpamento di altri presidi che osservavano le prescrizioni normative”. Come il nosocomio di Roccadaspide che “non incide minimamente sulla formazione del disavanzo della Regione Campania, oltre ad operare in un territorio e in un’area completamente priva di strutture e cliniche private accreditate”.
Il problema più rilevante riguarda ovviamente gli utenti del territorio e agli anziani, che rischiano di restare senza assistenza sanitaria in loco: “il piano approvato finisce col danneggiare irreversibilmente il P.O. di Roccadaspide, ma soprattutto l’intera collettività della Valle del Calore, degli Alburni e dell’Alento, in particolar modo le popolazioni residenti, che si trovano così di fatto sprovviste completamente di adeguata tutela sanitaria, con conseguente violazione del precetto costituzionale che riconosce e garantisce il diritto di salute a tutti i cittadini, anche in considerazione del fatto che trattasi di popolazione con notevole percentuale di ultrasessantacinquenni, pari al 28,60%, contro una media regionale del 15,07%”.
A spaventare è la distanza, in termini di chilometri, dall’Ospedale Unico della Valle del Sele e dagli altri nosocomi, vista la disagiata condizione orografica e morfologica dell’area: “Il territorio dove insiste il Presidio Ospedaliero di Roccadaspide è un territorio interamente montano, completamente sfornito di adeguata e utile rete viaria e/o di collegamento, che risulta carente, fatiscente e deficitaria, con conseguente impossibilità di normali collegamenti con i centri più grandi (per raggiungere da Roccadaspide l’ospedale di Vallo della Lucania si debbono percorrere 134 km (67+67); per raggiungere Salerno si devono percorrere circa 120 km (60+60); per raggiungere Battipaglia e/o Eboli bisogna percorrere da Roccadaspide circa 80 km (40+40)”. Tempi che si allungano, quindi, in casi di necessità di pronto intervento per patologie gravi.
Il Comune di Roccadaspide prosegue la sua battaglia, appoggiato nell’azione anche dal Comitato Civico “Salviamo l’ospedale” che potrebbe, nelle prossime settimane, avanzare altre iniziative.
Marco Rizzo © StileTV