Finisce in carcere per aver sequestrato la moglie e torna subito libero: protagonista della vicenda un 40enne di Agropoli, Antonio Borreli, che era stato accusato, dopo una lite con la compagna, di sequestro di persona appunto e violenza privata. Venerdì scorso, due giorni dopo l’accaduto, si è svolta l’udienza per direttissima di convalida dell’arresto, ma Borrelli, chiedendo il patteggiamento, ha ottenuto l’applicazione minima della pena.
Le accuse nei confronti dell’uomo erano state mosse a seguito di un litigio tra i due nell’abitazione della coppia: Borelli aveva costretto la moglie a salire in macchina per raggiungere con lei il litorale del vicino comune di Capaccio. I due sono stati rintracciati dai carabinieri della compagnia di Agropoli, diretti dal capitano Raffaele Annicchiarico, che erano intervenuti su richiesta dei familiari della donna, eseguendo l’arresto del marito.
“Borrelli, come ha avuto modo di chiarire davanti al giudice non aveva nessuna intenzione di sequestrare la moglie – spiga il legale Luigi Tepedino – ma solo di chiarire una crisi familiare che andava avanti da un po’ di tempo. Quando i carabinieri hanno individuato Borrelli, i due stavano discutendo nel tentativo di recuperare una situazione familiare in crisi. In buona sostanza, il giudice ha riconosciuto che non vi era la volontà delittuosa ma le sue azioni, che comunque costituiscono reato, sono state dettate dall’impeto del momento. Voleva solo discutere con la moglie: Borrelli è stato violento nei modi ma la sua intenzione era ben diversa dal voler sequestrare la moglie. Non essendoci le esigenze cautelari è stato scarcerato e sottoposto al processo per direttissima, ottenendo le misure minime di pena”.