PAGANI. C’è anche il direttore generale della Paganese, Cosimo D’Eboli, tra i nove destinatari di avvisi di garanzia e perquisizioni domiciliari emessi dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro in un nuovo sviluppo dell’inchiesta che lo scorso 17 maggio portò a 50 fermi e 70 indagati per lo scandalo calcio scommesse, per partite ritenute, dagli inquirenti truccate. Sono quattro le gare su cui si focalizzano, adesso, le attenzioni. C’è anche Salernitana-Barletta, la partita di Lega Pro, giocata il 25 aprile scorso allo stadio “Arechi” di Salerno e vinta per 3-1 dai granata, che con quella vittoria ottennero la matematica promozione in serie B. Nessun tesserato della Salernitana è però coinvolto, con l’indagine che riguarda Giuseppe Perpignano, presidente del Barletta all’epoca dei fatti, con la società pugliese che non è peraltro iscritta al prossimo campionato di Lega Pro. Nel mirino anche Vigor Lamezia-Casertana, Pistoiese-L’Aquila e Martina-Paganese, giocata il 20 dicembre del 2014, e vinta dai pugliesi per 2-0. Quanto a Salernitana-Barletta, dalle indagini sarebbe emerso che un gruppo di soggetti già indagati nelle precedenti tranche dell’operazione, senza il concorso di soggetti legati alla Salernitana, hanno proposto al massimo dirigente del Barletta di perdere la partita dietro pagamento di un lauto compenso. Le indagini di Martina-Paganese segnalano che D’Eboli, direttore generale della Paganese, attraverso Di Nicola e con l’intermediazione di Favia, altri due indagati dall’inchiesta, avrebbe, secondo gli inquirenti, fatto pervenire al presidente della compagine del Martina (che non ha avrebbe accettato perchè troppo bassa) la proposta di ottenere un pareggio o comunque un risultato favorevole alla squadra campana, in lotta per la salvezza. A carico dei nuovi indagati, per i quali è stato disposto anche il relativo decreto di perquisizione, è stato effettuato sequestro di materiale informatico utile al prosieguo delle indagini.