PAESTUM. Da Van Gogh a Cezanne, da Mantegna a Botticelli, da Leonardo da Vinci a Picasso. I capolavori gelosamente custoditi nei musei più importanti del mondo a portata di mouse, esplorabili in un viaggio virtuale che suscita emozioni in alta definizione mai provate finora, su Internet, da tutti gli amanti dell’arte. È questa l’incredibile potenza di Project Art, il nuovo web product lanciato in pompa magna da Google, il motore di ricerca più famoso al mondo, che diventa così il più grande custode dei patrimoni artistici e culturali del pianeta. Ben 17 i musei e gallerie d’arte che hanno collaborato ed aderito al progetto, che annovera 1061 immagini di opere, 385 tra teche e gallerie, 486 artisti ed oltre 6000 panoramiche street wiev per muoversi nei musei e costruire la propria collezione personale: il tutto, grazie all’implementazione di un sofisticato sistema fotografico e tecnologico in hd che consente agli utenti di cogliere anche dettagli impercettibili all’occhio umano. Come godere di tutto ciò in un istante? Basta cliccare il link visualizzato direttamente sull’homepage di Google per immergersi in un universo artistico di caratura internazionale, visitando la National Gallery di Londra, il Van Gogh Museum di Amsterdam, il Moma di New York, l’Alte Nationalgalerie di Berlino o il Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid in un semplice click. Stupisce però che, in Italia, ci siano solo gli Uffizi di Firenze, mentre in Francia la Reggia di Versailles ma non il Louvre. Quella offerta da Google è un’opportunità prestigiosa, cui non può certamente mancare il Museo Nazionale di Paestum, come spiega la direttrice Marina Cipriani, sollecitata dalla nostra redazione sull’argomento: “Si tratta di uno strumento incredibile, di un perfetto connubio tra arte e tecnologia, nonché di un’occasione davvero imperdibile per promuovere i tesori e l’immagine di Paestum in tutto il mondo. Mi attiverò subito per inserirvi anche il nostro museo, chiedendo le necessarie autorizzazioni alla Soprintendenza e contattando direttamente i responsabili di Google negli Stati Uniti”.