C’è anche la discarica di Macchia Soprana, a Serre, nelle novecento pagine di ordinanza dei pubblici ministeri della Procura di Napoli, che stanno indagando sulle modalità di smaltimento del percolato negli impianti di conferimento dei rifiuti, in tutta la Regione. Un avviso di garanzia, con l’iscrizione nel registro degli indagati, è giunto anche all’ex direttore di Macchia Soprana, Michele Marino. L’accusa, per l’attuale direttore del consorzio di bonifica Paestum Sinistra Sele, è di associazione a delinquere e concorso formale. Nel corso delle trascrizioni delle intercettazioni telefoniche, Serre, e la presenza di percolato nella discarica di Macchia Soprana, iniziano a comparire dal 4 gennaio del 2008, in un momento di gravissima emergenza-rifiuti. Marino minaccia di chiuderla, la discarica, se non viene prelevato il percolato, che intanto, come è stato assodato nelle indagini, viene smaltito nelle acque della costa napoletana, casertana e salernitana. Michele Marino è attualmente uno dei tecnici incaricati dal sindaco di Serre, Palmiro Cornetta, di produrre una serie di accertamenti e controanalisi per attestare l’impatto ambientale della discarica di Macchia Soprana. Dall’arresto dell’ex prefetto Corrado Catenacci, lo scorso 28 gennaio, l’inchiesta dei pm partenopei che provano a ripercorrere il ciclo integrato dei rifiuti solidi urbani prodotti in Campania tra il 2006 e il 2008, si estende a macchia d’olio, e tocca quindi anche Serre. La presenza più volte, tra i dialoghi delle intercettazioni telefoniche, di Macchia Soprana è legata anche ai personaggi che, in quei momenti gestivano la discarica.
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