Un’apparecchiatura in grado di scoprire le cellule tumorali più velocemente per una diagnosi celere della patologia. È stata presentata dal professor Andrea Scognamillo, ricercatore nucleare e di diagnosi oncologica, durante un recente convegno tenutosi ad Agropoli. Dopo un lungo lavoro di ricerche sulle malattie tumorali, che hanno portato risultati inattesi nell’ambito della scoperta e prevenzione precoce, è stata ideata una macchina dal nome spia oncologica. “Si tratta di un macchinario – spiega lo studioso – che sfrutta l’effetto fotoelettrico e l’emissione di raggi gamma mediante l’applicazione di radioisotopi. Questo apparecchio è stato costruito mediante una particolare teoria fisico-matematica, la quale stabilisce che la cellula si comporterebbe come un circuito Rc, cioè come una batteria. Essa afferma che la cellula si caricherebbe e scaricherebbe. Nel caso tumorale, sarebbe alimentata da una nutrizione che la massa cancerogena sfrutta per crescere oltre una certa dimensione”. Scognamillo ha studiato una tecnica particolare con l’utilizzo di una proteina componente del siero del latte materno che sarebbe in grado di distruggere in maniera generale le cellule di determinati tumori o di smascherare antitumori in modo da provocare una forte risposta immunitaria.