
SAPRI. Un maxi sequestro di beni per un valore complessivo di oltre 190 milioni di euro alla cosca calabrese dei Pesce, disposto dal Tribunale di Reggio Calabria ed effettuato stamani, ha coinvolto anche due squadre di calcio militanti nel medesimo girone del campionato nazionale dilettanti di Serie D, ovvero il Sapri ed il Cittanova Interpiana. Confiscate oltre 40 imprese, unità immobiliari e terreni riconducibili ad affiliati e prestanome.
Il sequestro, disposto sulla base di una richiesta formulata dal procuratore Pignatone e dal sostituto Cerreti, secondo gli investigatori ha annientato l’influenza criminale e la forza economica dei Pesce, potente ‘ndrina di Rosarno, che aveva messo le mani sulle due società di calcio per accrescere il proprio consenso sul territorio d’azione. Nei mesi scorsi, subito dopo il suo arresto, Giuseppina Pesce, figlia del boss Salvatore Pesce, si era pentita iniziando a collaborare con gli inquirenti, con rivelazioni che hanno innescato gli arresti della madre e della sorella, considerate elementi di spicco all’interno del clan. Le società dilettantistiche del Sapri e del Cittanova Interpiana (sorta l’anno scorso dalla fusione tra Rosarnese e Cittanova) sono state poste sotto sequestro dalla Direzione distrettuale antimafia e dalla Guardia di Finanza di Reggio Calabria: entrambe occupano una posizione di centro classifica. Dalle indagini è emerso che non è la prima volta che la ‘ndrina dei Pesce intrecciava i propri affari con il mondo del calcio, con altri precedenti emersi dal passato.