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“VOZA? BRAVA PERSONA, DISPIACIUTO PER COM’È FINITA...”
“VOZA? BRAVA PERSONA, DISPIACIUTO PER COM’È FINITA...”
Capaccio, Comunali 2017: Ragni ufficializza candidatura a sindaco e propone primarie nel centrosinistra
Redazione
10 agosto 2016 10:38
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CAPACCIO PAESTUM. Dopo il primo cittadino Italo Voza, Gennaro De Caro (Alternativa Democratica) ed Emanuele Sica (Pd), anche Nicola Ragni, già vicesindaco di Capaccio Paestum ed esponente del gruppo consiliare 'AltraCittà', annuncia pubblicamente l’intenzione di candidarsi a sindaco alle prossime elezioni Comunali nella città dei Templi.
Dott. Ragni, è vero che sta facendo un pensierino per la candidatura a Sindaco alle prossime Amministrative?
“Ho dato la mia disponibilità per una candidatura a Sindaco alla Coalizione della quale fa parte il mio movimento ‘Altra Città’, in quanto ritengo di aver maturato la necessaria esperienza sia umana che politica per poterlo fare. Sicuramente ho commesso tanti errori in entrambi i campi e vorrei evitare di commetterne altri. Quindi, se si faranno promesse ai cittadini queste promesse poi bisognerà mantenerle, altrimenti meglio non promettere niente. Quindi, prima di iniziare questa nuova avventura, vorrò essere certo di poter contare su persone propositive per essere sicuro di poter amministrare con Capaccio Paestum e per Capaccio Paestum, altrimenti non se ne farà nulla”.
Ha delle rivincite da prendersi?
“Assolutamente no. Non ho rivincite da prendere e niente da far pagare a nessuno, tantomeno all’attuale sindaco, con il quale ho rapporti personali più che cordiali, al di là di quanto accaduto. Ma Capaccio adesso non ha bisogno di questo. Dopo anni di guerre intestine che hanno coinvolto tutti, con colpe che appartengono a tutti, me compreso, è giunta l’ora di lavorare per una riappacificazione generale che dovrà coinvolgere tutti, giovani e meno giovani, donne e uomini. La nostra città deve risollevarsi dallo stato in cui oggi si trova e deve essere guidata da un buon padre di famiglia che sappia comportarsi come tale, che sappia amministrare oculatamente i beni della comunità e che stia vicino a tutti i suoi concittadini in modo uguale, anzi stando più vicino a coloro che ne hanno più bisogno. Che abbia esperienza e polso fermo perché saranno tanti i problemi da affrontare. Ma soprattutto che sappia e voglia riappacificare tutto l’ambiente di Capaccio Paestum oggi dilaniato da anni ed anni di lotte fratricide. Solo attraverso una pace sociale generale ci si potrà dedicare alla rinascita del territorio, altrimenti sarà tutto tempo inutile”.
Qualora dovesse candidarsi, quali saranno i punti più significativi del programma?
“Non posso, per ovvie ragioni, dire molto. Comunque qualche cosa posso anticipare.
A) Uno snellimento della burocrazia comunale attraverso la eliminazione di uffici francamente non utili (es. avvocatura comunale) e di tante posizioni che non hanno ragione di essere (staff, addetti stampa vari, ecc.) ed uno stravolgimento dell’attuale assetto delle aree, con la contestuale restituzione dei posti di comando a persone che conoscono il proprio territorio e, soprattutto, lo amano. Una burocrazia che vada incontro al cittadino, all’imprenditore e non lo ostacoli;
B) Un progetto che preveda la migliore fruizione della zona archeologica a vantaggio di tutti i cittadini che passi anche attraverso il recupero e l’utilizzo delle aree di sosta (che tanti soldi sono costate) esterne alla cinta muraria;
C) L’adozione definitiva del PUC, strumento essenziale per la rinascita e la rivitalizzazione del nostro territorio. Il PUC dovrà essere sottoposto al vaglio preventivo dei cittadini per ascoltare le loro proposte. Comunque se tutto verrà fatto in modo celere e nel solo interesse generale il PUC potrà essere approvato entro sei mesi;
D) La sistemazione definitiva di Capaccio Scalo come centro propulsore di servizi, l'utilizzo dei locali dell’ex macello per allocarvi l’ufficio di collocamento, la polizia stradale, il giudice di Pace ed altri uffici, in modo da liberare la sede comunale e restituirla al suo ruolo originario. Un nuovo sistema viario che eviti gli ingorghi del traffico, come oggi avviene. La valorizzazione delle borgate ognuna in base alle proprie peculiarità, il recupero del capoluogo attraverso alcuni interventi mirati e la riapertura del passaggio a Paestum con una soluzione poco dispendiosa e a cui non si è mai pensato ma già in parte discussa con i tecnici delle FF.SS.;
E) La sistemazione immediata e definitiva della zona marittima che eviti lo scempio delle migliaia di auto che sostano sulla duna e quasi sul mare e soprattutto attraverso il recupero di via Quistione e della Pineta, interventi essenziali per la sistemazione del litorale;
F) La risoluzione del problema della zona Industriale ed Artigianale che dovrà essere ceduta al prezzo di esproprio e cioè di 30 euro al mq al posto degli attuali 70 circa, per evitare quanto oggi accade e che costringe i nostri migliori imprenditori ad insediare le loro attività nei comuni limitrofi. Cosa francamente assurda ed inammissibile. Come dovrà essere risolto il problema degli insediamenti sulla SS18 che dovranno potere esercitare liberamente la loro attività commerciale, senza alcun vincolo.
Non ho alcuna intenzione di rimanere in carica più di un mandato e quindi dovranno essere cinque anni di governo rivoluzionari, positivi ed entusiasmanti. A chi verrà dopo di me dovrò lasciare oltre ad una nuova classe dirigente, un ente sano ed un territorio dove la sicurezza dovrà regnare sovrana, dove il decoro urbano dovrà essere curato nei minimi particolari, dove un posto di lavoro non dovrà essere un sogno o una gentile concessione e, soprattutto, dove la casa comunale dovrà essere percepita come la casa di tutti i cittadini, come è giusto che sia e non un posto per pochi privilegiati”.
Basterà questo, secondo lei, a convincere i capaccesi a votarla?
“Le sole opere pubbliche, ancorché importanti, non basteranno. Quello che dovremo fare è riavvicinare i cittadini al Comune. I cittadini dovranno considerare l’Ente come loro alleato e non come un despota che pretende senza dare nulla in cambio. È inammissibile che non vi siano imprese locali e tecnici locali che lavorino a Capaccio Paestum, nonostante i tanti milioni di euro spesi sul territorio per opere pubbliche. C’è qualcosa che evidentemente non funziona e che deve essere immediatamente corretta. Chi farà parte della squadra dovrà sentire forte l’orgoglio di rappresentare il proprio territorio ed i propri cittadini. Gli eletti dovranno svolgere il loro compito non per guadagnare soldi con i gettoni di presenza o con le indennità. Essi, anzi, dovranno rinunziare a gran parte (almeno al 50%) degli emolumenti loro spettanti per destinarli ad un progetto che migliori la vivibilità ed aumenti la sicurezza (rete di telecamere sul territorio per contrastare la criminalità). Il sindaco sarà il primo a dare l’esempio in tal senso. È chiaro che ci sono ancora tantissime cose altrettanto importanti che non possono essere racchiuse in due parole ma che faranno parte della nostra Idea di Capaccio Paestum”.
Cosa pensa delle persone che hanno già annunciato la loro candidatura a sindaco, ovvero Voza, De Caro e Sica?
“Sicuramente tutte persone degne. Il sindaco Voza è una brava persona, che è stato forse tradito dalla inesperienza politica ma soprattutto, a mio avviso, ha scontato il fatto di essere medico e di non aver potuto dedicarsi a tempo pieno all’attività di sindaco. La sua poca presenza, sicuramente, a lungo andare ha provocato uno sfilacciamento nei rapporti con la giunta ed i consiglieri che ha portato alla situazione nella quale oggi ci troviamo e che ha impedito l’attuazione del programma di governo. Però i tre anni passati in amministrazione con lui sono stati produttivi e trascorsi velocemente, anche se non sempre ci siamo trovati d’accordo. Tre anni nei quali ho cercato di essere sempre presente, tre anni nei quali sono state realizzate le opere che oggi vengono inaugurate, i soli tre anni nei quali si è pensato e fatto qualcosa di buono. Oggi non si produce più nulla e le sole preoccupazioni sono quelle di classificare gli amici ed i nemici per procedere all’epurazione di questi ultimi, distribuire i biglietti per gli spettacoli estivi e individuare quali hostess assumere per gli stessi. Meglio lasciar perdere. Io sono rimasto ovviamente male per come è finita tra il sindaco e me, ma i miei 60 anni mi fanno capire che le cose, purtroppo, non sempre vanno nel verso sperato. De Caro ha fatto opposizione per 5 anni ed ora cerca di mettere la cambiale all’incasso ma non so quali forze lo sostengano, visto che ha già provato in passato con un numero pletorico di liste che hanno prodotto pochissimo dal punto di vista dei risultati. Discorso diverso per Emanuele Sica, giovane segretario politico del PD: spero che gli amici del Partito Democratico non vogliano chiudersi in una torre eburnea ma vogliano confrontarsi con la nostra coalizione, che è di marcata ispirazione di centrosinistra. Comunque, poiché parliamo di persone che hanno tutto il diritto di potersi candidare, io propongo, con questa intervista, il confronto attraverso il sistema democratico delle primarie. Soluzione questa che potrebbe dare maggior forza e legittimare un candidato unitario. Ritengo che, qualora non si trovi una sintesi ed un punto di convergenza, le primarie potranno essere il mezzo migliore”.
Ultimamente circolano anche i nomi del dott. Antonio De Rosa e del primo cittadino di Giungano, Francesco Palumbo, quali possibili candidati a sindaco di Capaccio Paestum.
“De Rosa è un vecchio amico, una persona perbene e capace, ma non è l’uomo di tutte le stagioni. A lui, infatti, era stata proposta in passato la candidatura, ha avuto la sua occasione ma non l’ha colta, resto del parere, però, che Tonino potrebbe dare un grosso contributo al progetto di rinascita che ho in mente. Franco Palumbo, infine, è un amico e persona sicuramente degna e capace. Ma sarebbe davvero uno smacco dover candidare alla carica di sindaco una persona che, per quanto capace, ripeto, non appartiene alla nostra storia. Significherebbe ammettere che a Capaccio Paestum non ci sono persone capaci di ricoprire questo ruolo e, francamente, non mi sembra che le cose stiano così. Non me ne vogliano, ma Capaccio Paestum è un’altra cosa, ha i problemi di una città di 25.000 abitanti, con un territorio vastissimo, con un Capoluogo e circa 15 borgate che rappresentano tanti paesi messi insieme. Capaccio Paestum dovrà essere, piuttosto, il traino per i comuni limitrofi”.



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