AGROPOLI. Per la prima volta nella sua storia l’Agropoli centra l’accesso alla finale di Coppa Italia Dilettanti. Il prossimo 1 febbraio, i delfini scenderanno in campo contro il Savoia nella gara che decreterà la formazione che proseguirà il suo cammino nella manifestazione tricolore che prevede ulteriori passaggi per ottenere il pass per la serie D. La squadra di Francesco Tudisco, con lo 0-0 di Scafati al “28 settembre 1943”, raggiunge l’obiettivo. È bastato il risultato ad occhiali, per via dell’1-0 maturato all’andata al “Guariglia”. Decisiva la marcatura di Landolfi. Prosegue la strepitosa stagione biancazzurra con l’opportunità adesso di porre un sigillo importante nella gara contro i bianchi di Torre Annunziata. Si sfideranno le due compagini più forti, che attualmente guidano i rispettivi due gironi di Eccellenza. Se da un lato l’Agropoli non ha dovuto più di tanto faticare per agguantare la finale, lo stesso non si può dire per il Savoia di Vitter che ieri sera, dinanzi ad un “Giraud” che presentava un colpo d’occhio eccezionale (4.000 spettatori) ha superato per 2-0 il Gladiator, recuperando dal 2-4 dell’andata a Santa Maria Capua Vetere. Tutto è successo negli ultimi minuti. Prima, all’85’ la rete di Lauro, poi in extremis, all’ultimo secondo, il gol che ha fatto esplodere Torre Annunziata, quello siglato da Esposito. Adesso è da stabilire la sede che ospiterà la finalissima Agropoli-Savoia. La decisione verrà presa la prossima settimana dal Comitato Regionale Campano. Due le ipotesi, anche perché è ormai prassi rivolgersi ad uno degli stadi delle cinque province campane. Difficile che la partita si giochi a Caserta o Benevento. Esclusa Napoli, perché troppo vicina a Torre Annunziata, prendono corpo a questo punto le possibilità che uno tra l’”Arechi” di Salerno o il “Partenio” di Avellino venga scelto. Nel caso dell’impianto salernitano, pur essendo Agropoli in provincia di Salerno, si sceglierebbe un campo di gioco perfettamente equidistante tra le località. Un po’ lo stesso discorso che vale per il terreno avellinese. L’ultima parola, come già detto, spetta al Comitato Regionale Campano.