Cinque anni di squalifica con proposta di radiazione da ogni attività sportiva. Manca solo l’ufficialità, attesa nella tarda mattinata di oggi tramite la divulgazione del comunicato settimanale del Comitato campano della Figc, ma sarà senza dubbio questa la durissima pena che il Giudice Sportivo infliggerà al calciatore Giuseppe Apicella del Cesare Alfano Campigliano, reo di aver aggredito l’arbitro 18enne Valerio Pizzolante di Sapri, domenica scorsa, durante la partita di calcio contro l’Audax Salerno disputatasi allo stadio “Rinaldo Settembrino” di Fratte, valevole per il campionato regionale di Prima categoria (girone G). “Proprio lunedì scorso durante la riunione tenutasi a Napoli con le società del settore giovanile e scolastico – spiega il presidente del Comitato campano, Salvatore Colonna – si è discusso degli ultimi episodi, di assoluta e grave violazione dei principi ispiratori etico-morali dello sport. La violenza va isolata, ed auspico che sia il papà del giovane arbitro pestato che la sezione Aia di Sapri si rivolgano anche alla giustizia ordinaria affinché l’aggressore incorra anche in azioni legali a suo carico. Non tolleriamo simili atti, che puniremo adottando la massima pena, proponendo la radiazione del responsabile nell’adottare la medesima giurisprudenza applicata, in passato, in questi casi. Per quanto riguarda la società, c’è ovviamente la responsabilità oggettiva, ma verrà considerato come attenuante il fatto che i dirigenti del Campigliano siano stati i primi a soccorrere il direttore di gara e ad isolare l’aggressore”.
Il sodalizio retto dal presidente Alberto Peluso (che a caldo ha annunciato di voler ritirare la squadra del campionato) dovrebbe incorrere, dunque, in una pesante multa ed in diverse giornate di squalifica del campo. Intanto, all’indomani del brutale ed incomprensibile gesto, l’attaccante Apicella, in lacrime, non riesce a darsi pace mostrando pentimento: “Sono mortificato, chiedo perdono a tutti e soprattutto all’arbitro Pizzolante ed alla sua famiglia. Sono molto amareggiato per ciò che ho fatto, un raptus che non so spiegarmi. Non so cosa mi sia preso, forse ho perso la testa, in quell’attimo, a causa dei problemi di lavoro che purtroppo ho al di fuori del campo. Sono trent’anni che gioco a calcio e non ho mai fatto una cosa del genere. Mi dispiace, non giocherò mai più a pallone, ma non sono un violento”.
In relazione al riprovevole fattaccio, è intervenuto anche il massimo dirigente dell’Audax Salerno, Carmine Manzione: “L’episodio va innanzitutto circoscritto e quindi non è affatto imputabile ad un quartiere difficile e di per sé disagiato come Fratte. L’unico responsabile dell’accaduto è Apicella, il quale, ad una semplice doppia ammonizione per proteste, ha avuto una spropositata ed inaccettabile reazione. Calciatori e dirigenti di entrambe le società hanno assistito incredule e pietrificante davanti alla sua rapida quanto improvvisa sequenza di colpi violenti. Apicella era in quel momento il calciatore più vicino al direttore di gara, nessuno era nelle condizioni di poter intervenire per ostacolarlo. In un istante si è avvicinato all’arbitro sferrandogli un pugno al volto. Il giovane fischietto si è improvvisamente accasciato ed io per primo ho pensato ad un malore. Soltanto dopo averlo visto subire, a terra, i successivi calci al volto ed alla schiena ho preso coscienza della follia che si stava perpetrando ai suoi danni. L’arbitro è stato prontamente soccorso dai massaggiatori e dai dirigenti di entrambe le società, mentre i calciatori del Campigliano hanno subito allontanato il loro compagno di squadra. Sul terreno di gioco sono intervenuti, su segnalazione di entrambe le dirigenze nonché del papà del giovane arbitro, l’ambulanza e ben tre pattuglie dei carabinieri. Spontaneo, immediato ed energico lo sdegno di tutti i tesserati dell’Audax e del Campigliano nei confronti di Apicella, i cui atti condanniamo fermamente prendendone distanza”.