Opinione
L'opinione - Capaccio, una fiaccola da accendere!
Aurelio Di Matteo
10 giugno 2012 10:23
Eye
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L’idea dei Giochi della Provincia di Salerno è stata senz’altro ottima per molteplici motivi e finalità. Mi limito a indicarne soltanto tre. È finalità encomiabile e pedagogicamente produttiva caratterizzare all’insegna dello sport la crescita dei ragazzi. Allo stesso modo promuovere per la prima volta, attraverso il valore etico della sana competizione sportiva, l’incontro delle identità territoriali di una Provincia vastissima nella sua diversità, è scopo da evidenziare per la sua valenza formativa, aggregante e socializzante. Né è da trascurare il legame che si è voluto rinverdire con la storia e la cultura della Provincia di Salerno, ricordate dalle eccezionali testimonianze archeologiche che rappresentano i capisaldi della civiltà occidentale: l’Essere parmenideo caratterizzante il senso e il valore della teoresi; le strutture urbanistiche e architettoniche l’importanza della tecnologia e della prassi. Insomma il ricco mondo della Magna Graecia e, nella continuità, quello latino e autoctono, che soprattutto nel Cilento hanno tramandato le più ardite, complete e significative vestigia. Eppure qui tocca d’obbligo un’osservazione che va non certo a onore di chi ha amministrato queste comunità locali, in particolare le città di Capaccio-Paestum e di Ascea-Velia. Nel ricco programma dei giochi che si svolgeranno per ben dodici giorni, senza contare quelli di apertura e di chiusura, quanti di essi si svolgeranno ad Ascea e a Paestum? Ben poca cosa e alquanto marginali: in una equitazione in area privata, tra l’altro manifestazione già avvenuta da qualche anno; nell’altra giochi sulla spiaggia. Questa omissione non è certo dovuta alla scarsa attenzione per queste due realtà che insieme danno una popolazione di circa trentamila abitanti e rappresentano, forse, la più significativa testimonianza archeologica di un’antica civiltà. Dell’attenzione è testimonianza il fatto che l’inaugurazione veda quest’ultima città protagonista con il forte richiamo simbolico alla Fiaccola olimpica e ai Templi. Si è voluto, così, sottolineare il legame storico con il nostro passato, e ricordare che nell’antica Grecia, dove i giochi nacquero, essi avevano una valenza religiosa e socializzante, perché si svolgevano in onore di una divinità e determinavano obbligatoriamente una tregua a tutte le ostilità e inimicizie. Era la sacralità dello sport che pacificava le comunità in guerra e i cittadini di diversa provenienza territoriale.
Pur tuttavia la dispersione delle gare in piccoli centri, con nessun attrattore turistico, se serve a gratificare una vecchia o potenziale appartenenza politica, fa venire meno l’azione di marketing turistico che si è dichiarato di voler conseguire, riportando il tutto a una dimensione localistica da evento “paesano”. Se l’Amministrazione provinciale, con l’arrivo della fiaccola e il corteo d’inaugurazione, ha dato al comune di Capaccio un ruolo di evidenza, perché sul suo territorio non si svolge una competizione di forte richiamo, sia pure almeno simbolico?  La prima risposta credo non potrebbe essere diversa dalla seguente: di grazia esiste in Capaccio una pur minima struttura pubblica idonea a fare svolgere un qualsiasi sport di rilievo? In tanti anni di Amministrazione – salvo una brevissima parentesi, purtroppo da rilevare sempre di sinistra – che cosa è stato realizzato per consentire un po’ di pratica sportiva? Non dei campi da tennis, non una piscina, non un palazzetto dello sport e nemmeno un adeguato campo di calcio! Eppure non sono mancate le occasioni per ottenere appositi finanziamenti anche dall’Unione Europea. Nonostante l’assenza di queste strutture, qualcosa che proiettasse l’evento in più ampia dimensione si poteva pur fare. Per i prossimi giochi del 2013, perché non pensare all’inserimento in essi di una manifestazione sportiva, nata e svolta proprio a Paestum già da otto edizioni? Magari, al pari della Maratona, che sia di chiusura e conclusione dei Giochi? Si tratta della Lampadodromia, una gara a staffetta tra squadre composte di sei atleti, che nelle ultime edizioni si è svolta lungo il perimetro delle mura dell’antica Paestum. Il testimone è costituito da una fiaccola. È la rievocazione delle Efestie, che si svolgevano in onore di Efesto, dio del fuoco. Oggi la gara avviene tra squadre rappresentanti i Borghi di Capaccio; inserita nei Giochi Provinciali potrebbe essere allargata alle rappresentanze delle città dell’antica Magna Graecia e della Grecia. Che ne pensa il Consigliere comunale dottor Franco Sica, animatore, promotore e Presidente dell’omonima Associazione?



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