Giudiziaria
OMICIDIO ALLE TAVERNELLE
OMICIDIO ALLE TAVERNELLE
Capaccio Paestum, uccise la nonna a coltellate: nipote minorenne ottiene la 'messa alla prova'
Alfonso Stile
04 ottobre 2023 21:53
Eye
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CAPACCIO PAESTUM. A quasi un anno dal tragico delitto, si è celebrata quest’oggi con rito abbreviato, innanzi al Tribunale per i Minorenni di Salerno, l’udienza preliminare del processo per l’omicidio di Via Tavernelle a Capaccio Paestum, in cui perse la vita la 76enne Ermenegilda Candreva (nella foto). 

Unica imputata la nipote della vittima, 16enne all’epoca dei fatti, la quale - assistita dal proprio legale difensore, l’avv. Antonello Natale - aveva già richiesto, nel corso della precedente udienza, la sospensione del procedimento penale con messa alla prova, opportunità prevista dalla normativa in materia di processo penale a carico dei minorenni che prevede l’estinzione del reato in caso di esito positivo del percorso, come anticipato in esclusiva lo scorso dicembre da StileTV (leggi qui).

Il Collegio, presieduto dal dott. Piero Avallone, valutata la personalità della ragazza e ritenendo sussistenti i presupposti di legge per la concessione del beneficio, all’esito di un’accorata udienza ha dichiarato sospeso il procedimento per l’intera durata della messa alla prova, pari a tre anni, revocando la misura cautelare della collocazione in comunità. Visibilmente soddisfatto l’avvocato della ragazza, che a StileTV ha dichiarato: “La messa alla prova per i minorenni è un istituto previsto dalla legislazione nell’interesse della Società. Nel caso specifico, dopo un lungo lavoro è stata fatta coincidere la verità storica con quella processuale”.

Il dramma avvenne la sera del 7 novembre del 2022 nell’abitazione di nonna Gilda, uccisa con 7 coltellate dalla nipote al culmine di una furiosa lite, innescata da cause che, ad oggi, restano ancora ignote. Le 16enne, nel confessare il massacro agli inquirenti, avrebbe sempre affermato di essersi difesa: dunque, da questa sera potrà tornare a casa, anche a scuola, riprendendo la propria vita parallelamente ad una serie di attività di recupero e reinserimento sociale.

MESSA ALLA PROVA: COS’È? - Tale istituto, previsto dal codice penale per i minorenni, oltre alla sospensione del procedimento penale fino ad un massimo di 3 anni (quando si procede per reati per i quali è prevista la pena dell’ergastolo o della reclusione non inferiore a 12 anni) a carico dell’imputata, consente finanche di ottenere l’estinzione del reato all’esito positivo di un mirato percorso rieducativo disposto dal giudice, che può prevedere lo svolgimento di lavori di pubblica utilità. 

Nello specifico, con l’ordinanza di sospensione il giudice affida il minorenne ai servizi minorili dell’amministrazione della giustizia per lo svolgimento, anche in collaborazione con i servizi locali, delle opportune attività di osservazione, trattamento e sostegno. Con il medesimo provvedimento, il giudice può impartire prescrizioni dirette a riparare le conseguenze del reato. La sospensione è revocata in caso di ripetute e gravi trasgressioni alle prescrizioni imposte.



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