Sanità
LA NOTA DEL SINDACATO
LA NOTA DEL SINDACATO
Ospedale Eboli, Fp Cgil: "Quale prospettiva dell’assistenza ospedaliera nell’Area del Sele?"
Comunicato Stampa
16 dicembre 2023 13:58
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EBOLI. "Ospedale di Eboli. Quale prospettiva dell’assistenza ospedaliera nell’Area del Sele?". A chiederselo, in una nota stampa, il segretario generale della Fp Cgil Salerno, Antonio Capezzuto e il coordinatore medici Asl Salerno della Fp Cgil Salerno, Massimiliano Voza.

"Premesso che l’Ospedale Unico della Piana Sele, così come suggerito dai territori, sarebbe stata la soluzione migliore per rispondere in termini di efficacia, efficienza e economicità alla domanda di sanità immediatamente a Sud di Salerno, cui è destinato a rispondere un DEA Hub di area vasta, adesso l’attualità ci impone ulteriori riflessioni.

Come FP CGIL Salerno, ribadiamo la necessità di un cambio di passo rispetto al maggiore coinvolgimento di territori e organizzazioni sindacali nelle scelte sia di programmazione sanitaria che nell’adozione dell’Atto Aziendale, al fine di garantire i Livelli Essenziali di Assistenza, sia attraverso gli interventi di edilizia sanitaria promessi, sia attraverso il potenziamento dell’offerta sanitaria mediante l’ammodernamento tecnologico e il reclutamento del personale necessario.

Tuttavia, la prima lettura del Documento programmatico della Regione Campania concernente il settore degli investimenti di edilizia sanitaria (di cui alla DGRC 656 del 16/11/2023 - BURC n°88 del 11/12/2023), nella parte in cui prospetta la confluenza dei posti letto per acuti dello stabilimento di Eboli nello stabilimento di Battipaglia, senza menzione del Pronto Soccorso per lo stabilimento di Eboli, che del resto risulterebbe interamente convertito in attività territoriali, merita una riflessione profonda. 

E non solo nel metodo: si fa programmazione sanitaria di fatto, eludendo le sedi e i confronti opportuni. E neanche solo per il carattere storico di buona sanità del PO di Eboli (che non è detto che sia riproducibile altrove sic et simpliciter!) e per quello di “tenuta sociale”, considerato che a Eboli fasce sociali particolarmente rappresentate nella zona come: anziani, inoccupati urbani, migranti e braccianti agricoli che, storicamente hanno difficoltà a inserirsi nell’offerta sanitaria, hanno sempre trovato in questo presidio risposte efficaci e modulate alla bisogna.

Ma soprattutto perché tale forma di “razionalizzazione” non contempla il “recupero” dell’indice di posti letto, previsto per la provincia dagli standard vigenti che, anche nella previsione dell’accordo di programma licenziato, resterebbe inferiore alle necessità di quasi 100 unità, che guarda caso sono quelli che mancherebbero allo stabilimento di Eboli. Tutto ciò con ripercussioni negative, quindi, per l’intera area a sud di Battipaglia, poiché tale riorganizzazione diminuisce l’offerta sanitaria per l’emergenza/urgenza nella zona del Sele, lasciando poi a fine processo sotto dotata l’intera provincia rispetto all’indice di posti letto dovuto. Posto che attualmente mancano all’appello circa 344 posti letto nell’intera provincia. 

Peraltro, si mettono a rischio anche le eccellenze attualmente presenti come quelle del Dipartimento di Emergenza che contano attività di Cardiologia interventistica a servizio della zona sud di Salerno, tra le 10 più performanti d’Italia. A maggior ragione per il sovraccarico che incomberebbe sia su detto Dipartimento che sulla popolazione, per la prospetta soppressione di un Pronto Soccorso nell’Area vasta del Sele. Tutto ciò, in definitiva, ci autorizza a dire che si deve potenziare e non chiudere l’esistente, onde evitare di ingrassare gli appetiti privati (i quali già contano più della metà dei posti letto rispetto a quelli dell’offerta pubblica realmente attivata in ASL: 952 vs 1657, che sono, peraltro, inferiori ai 1798 p.l. programmati ex DCA 103/2018, come si evince dal vigente PIAO ASL di Salerno) per colmare il deficit di posti letto dichiarato, nonché generare una crisi sanitaria nell’Area Sele che si troverebbe a essere la zona più vasta in termini di estensione territoriale e di popolazione (oltre 250mila abitanti), ad avere un solo DEA, peraltro, con la soppressione di un Pronto Soccorso. 

La provincia di Salerno, con i suoi 1.101.763 abitanti (fonte ISTAT riportato nel vigente PIAO ASL di Salerno), secondo noi potrebbe aspirare, proprio nell’Area vasta del Sele, addirittura a un DEA in più e sicuramente a rafforzamento del Dipartimento dell’Emergenza e della Terapia Intensiva Cardiologica, declinando gli standard del DM 70/2015 alle specificità territoriali sopra citate.Del resto è la lettura dell’accordo di programma regionale che ci dà ragione, nel complesso. Dei 3877 posti letto da attivare in provincia di Salerno, per raggiungere lo standard ottimale di 3,5 posti letto per 1000 abitanti, al momento ne sono attivi solo 3533 (un gap di 344 posti letto), e quando (?) sarà realizzato il piano di rigenerazione edilizia del programma regionale tra molti anni, i posti letto sarebbero solamente 3813, mancando all’appello ancora quasi 100 posti letto. Una cifra che, guarda caso, corrisponde grosso modo a quelli per acuto che sarebbero soppressi a Eboli.

Pertanto, la FP CGIL di Salerno si pone come interlocutore con l’Amministrazione, la cittadinanza e i dipendenti del Presidio di Eboli, quale forza sindacale pronta a tutelare il diritto alla salute delle popolazioni dell’Area, e il diritto dei lavoratori dell’Ospedale del non vedere infrangere i loro sforzi costruiti negli anni. E’ il momento di dare risposte serie e competenti e di unire le forze, a partire dai lavoratori, evitando di farsi attrarre da campanilismi di bandiera che fino ad oggi nulla hanno portato alla città e ai lavoratori di Eboli."



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