Giudiziaria
APPALTI NEL MIRINO
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Capaccio Paestum, indagine Gdf: Greco ascoltato in Procura, sequestrati pc e cellulari
Alfonso Stile
01 febbraio 2024 10:26
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CAPACCIO PAESTUM. Dopo le perquisizioni e l’acquisizione di atti in vari uffici provinciali e comunali, nonché presso studi privati, sedi legali ed abitazioni dei sei indagati, prosegue l’inchiesta della Guardia di Finanza del Gruppo di Eboli, su delega della Procura della Repubblica di Salerno, su appalti e subappalti affidati dal Comune di Capaccio Paestum a varie ditte, in particolare quelle inerenti gestione, manutenzione ed efficientamento della pubblica illuminazione sul territorio. Le Fiamme Gialle, nel corso del blitz dell’altro ieri, hanno sequestrato anche cellulari, computer in uso al personale dei comuni di Capaccio Paestum e Battipaglia nonché pc portatili dei coinvolti, alla ricerca di prove ed ulteriori elementi che possano corroborare le ipotesi accusatorie formulate a vario titolo, ovvero corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e turbata libertà degli incanti e della scelta del contraente in concorso.

L’ANALISI DI COMPUTER E CELLULARI - Questa mattina, presso la Procura salernitana, il pm Alessandro Di Vico, titolare dell’inchiesta, conferirà l’incarico al perito che dovrà effettuare gli accertamenti tecnici preventivi ed irripetibili su tutti i dispositivi informatici e cellulari sequestrati: saranno presenti tutti gli indagati, accompagnati dai rispettivi legali.

GRECO ASCOLTATO DAL PM – Martedì sera, per oltre due ore, il rup Carmine Greco è stato subito ascoltato dal pubblico ministero. L’ingegnere è stato convocato d’urgenza, in Procura, accompagnato dalle Fiamme Gialle ed assistito dal proprio difensore, l’avv. Enrico Tedesco: presente all’interrogatorio anche il comandante della Guardia di Finanza del Gruppo di Eboli, il ten. col. Massimo Otranto. 

Il funzionario ha risposto a tutte le domande degli inquirenti, evidenziando le procedure ad evidenza pubblica intraprese per l’aggiudicazione degli appalti oggetto dell’indagine, in particolare quella negoziata adottata per l’appalto da oltre 2 milioni di euro per l’adeguamento e riqualificazione della pubblica illuminazione aggiudicato alla Dervit di Roccadaspide, finanziato con fondi regionali per i quali, però, non ci sarebbe ancora il relativo decreto. Secondo l’ipotesi della Procura, l’ottenimento di questo appalto sarebbe avvenuto pochi giorni dopo la concessione di un subappalto della stessa Dervit, a Battipaglia, all’impresa edile della famiglia Alfieri.



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