AGROPOLI. Torna alla ribalta della cronaca giudiziaria la maxi operazione ‘Golden Hand’ eseguita dai finanzieri del Gico di Salerno nel 2012 e conclusa, nel 2017, dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Agropoli, allora diretta dal cap. Ciro Sannino, a carico dei clan rom Marotta, Cesarulo e Dolce di Agropoli.
Nel processo inerente l’epilogo dell’indagine, coordinata all’epoca dal sostituto procuratore Ivana Niglio della Procura della Repubblica di Vallo della Lucania, il pm Vincenzo Palumbo della Procura cilentana, al termine di un’articolata requisitoria, ha formulato ieri le richieste di pena per gli imputati, accusati a vario titolo di usura, estorsione, furto con destrezza in gioiellerie di tutta Italia e ricettazione di preziosi.
Il pubblico ministero, precisando che non si tratta di clan di stampo mafioso ma comunque influenti sul territorio e rafforzati da stretti legami familiari dei componenti, ha chiesto le seguenti condanne, in alcuni casi aggravate da recidiva: 5 anni e 6 mesi di reclusione (più 12mila euro di multa) per Alberico Dolce; 5 anni e 6 mesi (12mila euro di multa) per Antonietta Marotta; 5 anni e 6 mesi (15mila euro di multa) per Enzo Cesarulo; 5 anni (e 10mila euro di multa) per Antonio Dolce; 5 anni di reclusione per Anna Cesarulo; 4 anni e 6 mesi per Bruno Marotta; 3 anni per Romeo Santomauro; 3 anni (e 900 euro di multa) per F.S.; Francesco Casertano e Roberta Gasparro; 3 anni per Isabella Marotta e Silvana Marotta e 2 anni infine per Angelica Marotta, Filomena Marotta e Isabella Petrillo.
Nei vari capi d’imputazione, contestati prestiti con interessi superiori al 100% annui, comprovati dal sequestro di assegni e cambiali a firma dei debitori e ricevute lasciate agli stessi dagli usurai, nonché dai riscontri delle intercettazioni telefoniche ed ambientali delle Fiamme Gialle agropolesi.
La parola ora passa ai legali difensori degli imputati: udienza il 16 maggio prossimo per gli avvocati Antonio Mondelli, Michele Sarno, Giuseppe Della Minica, Franco Maldonato e Annalisa Buonadonna.