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I DATI
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Campania, Flashmob di Legambiente per accendere riflettori sullo stato del verde urbano nelle città
Comunicato Stampa
28 marzo 2024 11:44
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NAPOLI. Volontari di Legambiente, associazioni e cittadini stamattina hanno promosso un flashmob al largo San Giovanni a Carbonara nei pressi del parco Re Ladislao, un parchetto piccolo che per anni si è trovato in uno stato di abbandono e dunque inaccessibile e solo qualche mese fa con tanto di taglio del nastro del sindaco è stato riaperto ma in realtà nonostante gli orari di apertura siano 8-18 nel pomeriggio risulta quasi sempre chiuso e quindi comunque non fruibile dalla cittadinanza.La mobilitazione di Legambiente è stata l'occasione per presentare #sempreverde, dossier di Legambiente per monitorare lo stato di abbandono di parchi e del verde urbano in Campania con un focus sulla città di Napoli.

Secondo le stime della FAO- commenta Legambiente nel dossier- entro il 2050 nelle aree urbane vivrà la maggioranza della popolazione, circa il 70%, e quindi il verde urbano, e in particolare la presenza di alberi, nelle nostre città saranno un prezioso alleato nell’adattamento al cambiamento climatico e nel contrasto all’inquinamento atmosferico, oltre che essere uno strumento per ridurre la perdita di biodiversità. Inoltre, grazie alla loro funzione di depuratori di aria e di climatizzatori naturali sarà ridotta la formazione delle “isole di calore” e saranno mitigati gli effetti delle cosiddette “piogge intense”. Secondo gli ultimi dati ISTAT relativi al 2021 sul verde, elaborati da Legambiente nelle cinque città capoluogo di provincia campane , le tipologie “grandi parchi urbani”, “verde attrezzato” nonché “verde storico” raggiungono insieme una estensione 765 ettari, con una media di 6,2 m2/ab, un valore ben al di sotto di quello medio nazionale che è pari a 12 m2/ab. La città di Caserta, con ca. 16 m2/ab, è sicuramente il capoluogo che presenta la più alta quantità per cittadino di verde adibito a grandi parchi e di tipo attrezzato e di verde storico (si pensi solo al Parco della Reggia di Caserta). Mentre Benevento si attesta, con 12 m2/ab sulla media nazionale, decisamente al di sotto (tra i 5 e i 6 m2/ab) sono invece Avellino, Napoli e Salerno. Rispetto alla loro estensione assoluta, Napoli con 164 ha la maggiore estensione di verde storico, seguita da Caserta con 82 ha, così come Napoli con 291 ha è la città con la maggior quantità di verde adibito a grandi parchi urbani, seguita ancora da Caserta con 30 ettari. Sono, invece, Benevento e Salerno le città con la più alta estensione di verde attrezzato rispettivamente con 54 ettari e 26 ettari 

“Il tema del Verde Urbano, e oggi della Forestazione Urbana- dichiara Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania- è diventato centrale nelle agende politiche, assumendo sempre più importanza la rinaturalizzazione del territorio e il potenziamento delle infrastrutture verdi e blu, soprattutto nell’azione di contrasto ai cambiamenti climatici. Questa nuova edizione di #semprepiùverde associa al carattere informativo, proprio di un dossier, quello manualistico a beneficio dei cittadini e delle istituzioni pubbliche, volto soprattutto a favorire il dialogo, il confronto, la collaborazione tra loro.Troppo spesso, infatti, si osserva che al tema del verde viene attribuito un ruolo secondario, con una scarsa dotazione di bilancio e di personale. Addirittura, prende sempre più piede l’esternalizzazione della responsabilità della gestione del verde, che senza un'adeguata regolamentazione, tende di fatto alla privatizzazione. Le nostre amministrazioni ancora fanno fatica a prendere coscienza che il verde urbano contribuisce straordinariamente a rendere migliore la qualità della vita rendendo una pluralità di servizi ecosistemici ai cittadini.”

Park litter, rifiuti nei parchi urbani. Secondo l'indagine Park Litter 2023 sono 698 i rifiuti raccolti e catalogati da 48 volontari di Legambiente negli 11 transetti eseguiti in 10 parchi urbani tra Napoli e Pozzuoli, circa 0,6 rifiuti ogni metro quadrato monitorato. Raggruppati per categorie di materiali, i rifiuti dispersi nei parchi sono per il 67% di polimeri artificiali (plastiche) per un totale di 468 rifiuti, per l’11,6% di carta e cartone (81 rifiuti), per l’11,5% di vetro e ceramica (80) e per il 5,7% di metallo (40). Entrando nel dettaglio dei rifiuti rinvenuti, a farla da padrone sono i mozziconi di sigarette che rappresentano il 32,1% dei rifiuti raccolti (224 su 698 totali), seguiti da pezzi e frammenti non identificabili di plastica (pari al 16,2% del totale), materiale da costruzione (tegole, mattoni, il 6,3%), bottiglie di vetro e pezzi di bottiglie (27, il 3,9%), sacchetti di patatine e dolciumi e caramelle (24, il 3,4%). Per quanto riguarda i mozziconi di sigarette ben 62 mozziconi sono stati monitorati nel Parco Totò. Menzione per il Parco Mascagna dove nessun mozzicone è stato monitorato. 

Verde scolastico.Tutti gli aspetti positivi legati al verde cittadino acquistano un valore ancora più importante all’interno del contesto scolastico. I giardini scolastici, infatti, regalano un enorme valore aggiunto per la crescita sana di bambini e ragazzi, offrendo, oltre ai numerosi benefici fisici e per la salute, un luogo di incontro, di gioco e socialità durante la ricreazione e possono, inoltre, essere inseriti nella programmazione scolastica, non solo come luoghi dove praticare l’attività sportiva ma anche per la didattica all’aperto. Gli ultimi dati ISTAT ci dicono che, complessivamente, nei cinque capoluoghi della Campania sono 119 gli ettari di verde adibiti a giardini scolastici. In particolare, la città di Napoli con i suoi 87,4 ettari, pari al 7,0% del proprio verde urbano, è la città con la maggiore quantità di giardini scolastici, seguita da Salerno con 16,5 ettari, pari al 6,7% del totale del verde cittadino. Mentre gli altri 4 capoluoghi registrano una percentuale superiore alla media nazionale, solo Benevento ha una percentuale più bassa (2,5%), sia rispetto al dato regionale che nazionale 

Focus Città di Napoli. Partiamo da un semplice dato:se il Comune di Napoli avesse opportunamente tenuto conto della L. 10/2013, delle Linee Guida Ministeriali e dei tanti ulteriori riferimenti di indirizzo prodotti dal Ministero dell’Ambiente dal 2014 al 2020 in rapporto ai nuovi nati e ai bimbi adottati, avrebbe dovuto piantare almeno 54.700 alberi per una superficie di almeno 137 ettari (considerando un sesto di impianto di 16 mq/albero): un altro parco di Capodimonte! In realtà, pur considerando alcuni interventi di sostituzione e impianto ex novo di alberature, gli alberi negli anni sono stati soprattutto abbattuti e ancor più spesso compromessi da una cattiva gestione fatta di errate pratiche colturali, emblematicamente rappresentate dalle drastiche potature e dalle capitozzature, spesso anche offerte e condotte da privati, nonché da ricorrenti tagli agli apparati radicali prodotti durante lavori per le reti dei sottoservizi, o da danni prodotti da lavori infrastrutturali. Quindi sostanzialmente non sono state realizzate molte nuove messe a dimora di piante, mentre sono stati molti gli abbattimenti e compromissioni degli alberi esistenti, il tutto in mancanza degli indispensabili strumenti di cui alla L.10/2013 (censimento, regolamento piano del verde).Alle mobilitazioni degli ambientalisti e dei cittadini e alla richiesta di affrontare in maniera organica la tematica del verde si sono addotte le solite motivazioni di mancanza di personale e di fondi. Eppure – scrive Legambiente nel dossier- sul finire della scorsa consiliatura Napoli ha potuto godere di una quantità ingente di finanziamenti (ca. 30 Meuro in totale) erogati sia dalla Città Metropolitana che dalla Regione Campania. Con queste due azioni, maturate purtroppo durante il lockdown e il confinamento dovuti alla pandemia, alcun confronto è stato avviato con la cittadinanza e con le associazioni, da sempre impegnate sulla problematica. 

In particolare, la Regione Campania, nell’ambito nel POC Campania 2014/2020 Programma di “Riqualificazione aree verdi in parchi urbani, aree naturali e giardini storici ha finanziato con 15 M euro la Riqualificazione di 26 Parchi delle Municipalità della città di Napoli. Entrando nel merito dei Progetti, il programma della Regione Campania ha interessato una superficie totale di verde urbano di 277.669 m2. Le procedure di appalto della Regione hanno contemplato la suddivisione dei 26 parchi in 4 lotti e l’importo medio per ciascun parco è risultato di ca. 650.000 €, con punte dai 200.000 € agli 800.000 €. Contemporaneamente la Città Metropolitana, grazie ai fondi per le attività di forestazione urbana concessi dal Ministero dell’Ambiente a partire dal 2020-2021 ha finanziato il Comune di Napoli per la riqualificazione di 19 Parchi Urbani per un totale di 13,880 Meuro. I fondi stanziati dalla Città Metropolitana hanno interessato la riqualificazione per una superficie totale di 1.968.869 m2 (grazie alla presenza del Parco dei Camaldoli). L’assegnazione dei fondi si è basata su progetti per l’88% allo stadio del solo Studio di Fattibilità e per il 12% allo stadio del Progetto Definitivo. La media degli importi è stata di poco più di 700.000 € a parco con punte da 2 Meuro (per la sola Villa Comunale e il Parco urbano dei Camaldoli) a 200.000 €. 

“Gli interventi previsti in questo ultimo caso - commenta Anna Savarese, direttivo Legambiente Campania- sono stati simili a quelli messi a bando dalla Regione con una forte predominanza delle opere connesse (pavimentazione, balaustre, illuminazione, aree attrezzate per il gioco, panchine, videosorveglianza, aree attrezzate per il gioco dei bambini, strutture per la guardiania ecc.) rispetto al verde per il quale si è previsto anche in questo caso la sola riqualificazione con ripristino di siepi, cespugli sulle scarpate e posa di tappezzanti sui versanti scoscesi, sistemazione delle scarpate, molte rimozioni e qualche messa a dimora di nuovi alberi. Complessivamente ad oggi si sono realizzati i lavori finanziati dalla Regione e parte di quelli finanziati dalla Città Metropolitana, ma già emergono i problemi connessi alla gestione, in gran parte affidata a quanto è dato di sapere alla Napoli Servizi, anche in ragione al ricorso in alcuni casi (come ad esempio per il Giardino del Molosiglio che è anche un parco storico) di affidamenti a soggetti del terzo settore in assenza di un opportuno regolamento. Inoltre i  grandi parchi finanziati dalla Città Metropolitana sembra stiano via via per essere tutti appaltati, ma soprattutto per il parco Virgiliano e per la Villa Comunale non è stato possibile ancora vedere i progetti, anche alla luce di altre risorse finanziarie reperite intanto dal Comune.”



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