CILENTO. E’ la colonna sonora di un film d’autore, uno stato d’animo, la culla per le nostre emozioni più intime. Sono ancora una volta a scrivere di Katire, della sua infinita creatività e del suo gusto musicale attraverso cui rilascia impulsi inconfondibili. Katire esprime saggezza con ogni suo semplice tocco pianistico; nella sua musica non c’è soltanto tecnicismo, ma l’esperienza di chi pare abbia vissuto diverse vite in una. Bene ha fatto a coinvolgere Pasquale Curcio in un progetto così ambizioso. Stesura compositiva e direzione d’orchestra a quattro mani perché nessun aspetto fosse trascurato. Assistiamo col fiato sospeso all’interpretazione della parte cantata con sobrietà ed eleganza come ormai ci ha abituati fin dalla sua prima pubblicazione. Ascolti questo capolavoro e ti vien voglia di appartarti da tutto e tutti per riascoltare ancora e assaporare ancora una volta la bellezza sovrastante di questa sua idea di musica che trova origine in un territorio molto suggestivo, il Parco Nazionale Del Cilento. Il pianoforte e la penna di Katire stimolano i principali sensi e ti immergono in scenari e colori, ma anche profumi, di indicibile mistero. Qualche critico che mi ha preceduto, anni fa scrisse che Katire è una fuoriserie. E’ vero! Non scimmiotta nessun altro artista della scena mondiale, non è copia di nessuno, anzi ha uno stile particolarissimo e per certi versi è un innovatore dei movimenti musicali che rientrano nell’ambito della musica d’autore più aulica. Scrive mambo, bossa nova, tango argentino e nella sua discografia assistiamo addirittura ad una milonga dal titolo “Odiamami”. Questa volta entra con grande coraggio in un mercato saturo di musica spazzatura con uno swing fresco, discorsivo e intelligente. Nessun respiro, un viaggio diretto di sola andata dove viene celebrato il tema del rispetto. Dove, nonostante tutto, non vengono chiuse porte. Katire è l’autore poeta, il musicista virtuoso, il compositore innovatore e il produttore discografico che produce musica fuori da qualsiasi schema dettato dalle majors.       

Siamo davanti ad una esecuzione pianistica essenziale e realizzata per ripresa diretta, senza ammennicoli o interventi tecnici musicali di sorta. Davanti ad un’ orchestra che emoziona fino a sequestrarti l’anima. E’ lo swing che rincorre le dita sul pianoforte, lo swing che sentiamo quando riflettiamo sulle nostre relazioni e sui nostri sentimenti. Anche in questo disco c'è acclarato impegno letterario e tematico e ancora una volta Katire mostra consapevolezze di un vissuto pieno ed ispirato, lascito importante per quanti abbiano desiderio di evolvere, di conoscere l’alternativa di valore in un mondo vorticoso che conosce e ahimè riconosce soltanto stili musicali commerciali, triti e ritriti, sempre uguali nella loro rappresentazione. Ho tenuto d'occhio questo cantautore fin dalla sua prima pubblicazione e affermo che non è possibile classificarlo. Non è un cantautore cilentano ma lo è, non è un cantautore italiano ma lo è, non è un cantautore spagnolo ma lo è, non è internazionale ma la sua musica è trasmessa da molte radio internazionali e produce stream in gran parte del mondo. Di una cosa sono certo però; il Cilento vanta la mozzarella di bufala dop, la dieta mediterranea, le specialità enogastronomiche esportate in tutto il mondo, è Parco Nazionale, Patrimonio Unesco, buona parte della costa è riserva marina e, a coronamento di tutte queste conquiste, c'è la musica di Katire, altro orgoglio cilentano.