AGROPOLI. Riaperto il caso giudiziario sulla morte di Giovanni Palma, il 76enne commerciante agropolese deceduto in una clinica toscana, a Lucca, a seguito di un intervento chirurgico alla tiroide. Il Gip del Tribunale di Lucca, Alessandro Trinci, ha accolto, infatti, la richiesta di opposizione della famiglia del noto commerciante cilentano, difesa dall’avvocato Riccardo Ruocco, dopo che la Procura toscana aveva chiesto l’archiviazione del procedimento a carico di tre medici finiti nel registro degli indagati con l’ipotesi di omicidio colposo. Dunque, opposizione accolta e primo round alla famiglia agropolese, difesa dall’avvocato Ruocco che, a seguito di una lunga e complessa discussione, ove non sono mancati momenti di tensione e toni accesi, ha ottenuto la riapertura del caso, e, addirittura, la parziale nullità della perizia dei consulenti nominati dalla Procura e l’indicazione coatta da parte del Gip Trinci di una proroga della indagini.
“Tra i tanti casi di errore medico generalmente inteso di cui mi sono occupato, è la prima volta - dichiara l’avvocato Riccardo Ruocco, che un consulente di una procura, di fatto spuntato dal nulla, sottoscriva e partecipi, peraltro in maniera decisiva, alla stesura di una perizia già depositata quando il Pm lo ha nominato. Tuttavia, pur nell’evidenza di fatti gravi ed intollerabili, con la famiglia di Giovanni Palma, sino ad oggi abbiamo deciso di mantenere un profilo leggero e tipico di chi ripone fiducia nella giustizia a cui si affida, piuttosto che gridare allo scandalo dei sospetti e denunciare. L’ordinanza del Gip ci ripaga di questa scelta, ci soddisfa, ma rimaniamo vigili e determinati affinché venga fuori la verità. Il caso è molto complesso e la nullità di una parte della perizia della Procura, dichiarata – su nostra richiesta - non utilizzabile, è significativo. Siamo certi, che presto i nodi verranno al pettine”.
Il noto e stimato commerciante, deceduto agli inizi del 2023, si era rivolto alla clinica, un centro di eccellenza a livello nazionale, per una operazione di routine prolungatasi poi in maniera anomala per oltre 6 ore. Il caso aveva destato incredulità nella comunità locale, ma anche molti sospetti per come era sopraggiunto il decesso a poche ore dall’intervento. Per questi motivi, la famiglia Palma aveva sporto denuncia-querela contro ignoti. Sta di fatto, che nonostante la certezza , in sede di esame autoptico, che a Giovanni Palma durante l’intervento fosse stato “scoperto“ una grave neoplasia alla tiroide mai diagnostica in precedenza, la Procura di Lucca aveva richiesto l’archiviazione per i tre medici indagati.