Giudiziaria
RIBALTATA SENTENZA DI PRIMO GRADO
RIBALTATA SENTENZA DI PRIMO GRADO
Capaccio Paestum, agguato a Ferrigno per il controllo del mercato ittico: tre imputati condannati in Appello
Alfonso Stile
07 maggio 2024 13:22
Eye
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CAPACCIO PAESTUM. Agguato all’imprenditore Augusto Ferrigno, titolare della nota pescheria ‘Marechiaro’ di Capaccio Paestum, per il controllo del mercato ittico di Salerno. La Corte d’Appello di Salerno, in accoglimento del ricorso e delle tesi sostenute dal pm e dal legale difensore di Ferrigno (nella foto), l’avv. Antonio Boffa, ribalta la sentenza di primo grado, rideterminando in 6 anni e 2 mesi di reclusione (e 3.200 euro di multa) la condanna a carico del capaccese Gianni Mauro, condannando a 5 anni e 3 mesi (e 2.100 euro di multa) entrambi i complici, Biagio Lammardo e Donato Cataldo. Tutti e tre, inoltre, dovranno pagare una multa, nonché risarcire i danni patiti e le spese legali sostenuti dalla vittima, costituitasi parte civile. Confermata l’assoluzione “per non aver commesso il fatto” per l’imputato Massimo Squillante; riformata invece la sentenza anche per i due carabinieri condannati per le 'soffiate' a Mauro: assoluzione piena per l'appuntato scelto G.G. in servizio all'epoca presso il Comando provinciale dell’Arma, pena ridotta a 5 mesi e 10 giorni per il collega e A.D.D. del Nas di Salerno. Per le motivazioni della sentenza d'Appello bisognerà attendere 90 giorni.

In primo grado, i giudici della Seconda sezione del Tribunale di Salerno avevano invece assolto “per non aver commesso il fatto” tutti gli imputati. Mauro e i militari dell’Arma, però, furono condannati per le informazioni riservate passate allo stesso Mauro, il quale avrebbe anche sollecitato controlli a sorpresa pilotati presso la pescheria ‘Marechiaro’ per mettere in difficoltà Ferrigno.

L’AGGUATO - I fatti risalgono al dicembre del 2017, quando Ferrigno denunciò di essere stato attinto da colpi di arma da fuoco mentre si recava da Capaccio Paestum al mercato ittico di Salerno, alla guida della propria Audi Q7, nei pressi della rotonda di Campolongo, sulla litoranea di Eboli. A seguito di una lunga attività d’indagine, condotta dalla Squadra Mobile, furono sottoposti agli arresti domiciliari il presunto ‘mandante’ e titolare di un banco ittico concorrente a Salerno, l’imprenditore capaccese Gianni Mauro.

Secondo le ipotesi investigative, intenzionato ad assicurarsi il monopolio nel mercato di Via Mecio Cracco, Mauro per intimorire il rivale in affari assoldò il commando punitivo, composto da Biagio Lammardo di Sala Consilina e Donato Cataldo di Sarno, quali autori materiali dell’agguato, e Massimo Squillante di Sarno, presunto fornitore delle armi. Pesanti i reati contestati, ovvero la tentata estorsione con il metodo mafioso, aggravante decaduta in Appello, nonché detenzione e porto abusivo in luogo pubblico di arma da sparo. All’esito delle perquisizioni domiciliari, infatti, a casa degli indagati vennero rinvenuti e sequestrati due fucili a pompa cal. 12 ed una pistola cal. 9x21, con le matricole abrase e relative munizionamento.

A StileTV, all’epoca dei fatti, lo stesso Ferrigno spontaneamente spiegò l’accaduto, in attesa degli sviluppi processuali della vicenda: “Fu una notte terribile, mi hanno sparato solo perché rappresento un concorrente onesto e scomodo, ma ho sempre confidato nella giustizia e negli investigatori; ho subito danni morali, psicologici e materiali, così come la mia famiglia, di concerto con i nostri avvocati mi costituirò parte civile nel processo, ma annuncio che devolverò tutto in beneficenza ad associazioni benefiche”.



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