SALERNO. Un ricordo senza tempo, per Agostino Di Bartolomei, a Salerno, ma non solo. Il trentennale della sua scomparsa, quando il 30 maggio del 1994, a soli 39 anni, sul terrazzo di casa a San Marco di Castellabate, con un colpo di pistola, mise fine alla sua vita. Il campione di Roma, con lo scudetto da capitano nel 1983, e Milan, protagonista anche della promozione della Salernitana in serie B del ’90, se ne andò così, in silenzio, come era nel suo stile, esattamente dieci anni dopo la finale di Coppa Campioni persa con il Liverpool, proprio allo stadio Olimpico. Di Bartolomei decise di lasciare tutto e tutti dopo aver sofferto e non poco per essere stato dimenticato dal mondo del calcio.
A lui è dedicato lo striscione, affisso dinanzi della tribuna dell’Arechi, dalla Curva Sud Siberiano: “Agostino Di Bartolomei: lasciato solo da quel calcio, divenne leggenda!”. A distanza di 30 anni Di Bartolomei viene ricordato ancora oggi con affetto dai tifosi, a Roma come a Salerno e provincia. Ieri, l’inaugurazione della targa a lui dedicata sul Wall of Fame dello stadio Donato Vestuti, per l’iniziativa dell’Associazione Salernitani Doc e dell’Associazione Macte Animo 1919, che nell’occasione hanno scoperto anche una targa dedicata a Mario Saracino, ex calciatore ed allenatore granata. A Castellabate, dove Agostino si trasferì assieme alla moglie, Marisa De Santis, originaria della località cilentana e i figli, Luca e Gianmarco, venne inaugurata il 28 dicembre del 2005, nella frazione San Marco, “Via Agostino Di Bartolomei” con la decisione presa dall’allora primo cittadino Costabile Maurano. Promotore dell’iniziativa fu l’editore di StileTV, Alfonso Stile.
Tra i messaggi in ricordo di Agostino Di Bartolomei, anche quello del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca: "Trent’anni fa, oggi, finiva in maniera drammatica la vita di Agostino Di Bartolomei, un grande calciatore e soprattutto un grande uomo. Lo ricordiamo per le sue grandi imprese sportive: Capitano dello Scudetto della Roma di Liedholm, poi nel Milan, e sul finire della carriera prima al Cesena dove fu protagonista di una meritata salvezza e, quindi, alla Salernitana che grazie a lui tornò in serie B dopo ventitré anni. Ma lo ricordiamo anche per essere stato una persona dalle qualità straordinarie. Era amato dai suoi tifosi e rispettato dagli avversari per la sua grande umanità, fatta di riservatezza, umiltà e correttezza. Un esempio per tutti. Manca tantissimo. Un abbraccio alla famiglia e a tutti i suoi cari".