CAPACCIO PAESTUM. 7mila euro per fare le foto nuziali nell’area archeologica di Paestum e affittare il Tempio di Nettuno in esclusiva. La vicenda finisce in Parlamento dopo l’articolo pubblicato, da StileTV, sui rincari al Parco Archeologico di Paestum-Velia approvati dalla direzione “in applicazione di quanto disposto dal D.M. 108/2024 dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, recante le Linee Guida per la determinazione degli importi minimi dei canoni e dei corrispettivi per la concessione d’uso dei beni in consegna agli istituti e luoghi della cultura”, che hanno innescato lo sdegno social.
INTERROGAZIONE A RISPOSTA URGENTE – La senatrice napoletana Valeria Valente del PD ha presentato, infatti, un’interrogazione a risposta urgente al ministro Sangiuliano, chiedendo di sapere “se il Ministro sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali siano le sue valutazioni in merito” nonché “se il D.M. 108/2024 sia stato, nel caso in questione, interpretato in modo scorretto e quali iniziative intenda assumere al fine di garantire la piena fruibilità pubblica e la tutela del Parco Archeologico di Paestum”.
Nella premessa a firma della senatrice, si legge testualmente. “La direzione del Parco Archeologico di Paestum-Velia, con il decreto 28 maggio 2024 a firma della direttrice Tiziana D’Angelo, ha predisposto un nuovo tariffario per i servizi fotografici per cerimonie nuziali, con sostanziali aumenti rispetto al passato:
- è ora possibile affittare, in modo esclusivo, il tempio di Nettuno per la ‘modica’ cifra di 7mila euro per un’ora, durante la quale i turisti presenti nell’area archeologica non hanno la possibilità di accedervi;
- inoltre, è previsto il costo di 500 euro per la concessione d’uso, per 3 ore, dell’intera area archeologica, ad esclusione dei templi; di 4.000 euro per la concessione d’uso, per 3 ore, dell’intera area archeologica, con l’accesso all’interno del Tempio di Nettuno (per 1 ora);
- come comunicato sul proprio sito istituzionale, il Parco ha disposto i rincari in attuazione del Decreto Ministeriale 21 marzo 2024 n. 108, recante le Linee Guida per la determinazione degli importi minimi dei canoni e dei corrispettivi per la concessione d’uso dei beni in consegna agli istituti e luoghi della cultura statali”, adottate allo scopo di garantire la conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale italiano “attraverso un’adeguata remuneratività”, riservando alle autorità competenti la possibilità di prevedere gli incrementi”.
- la linea intrapresa dalla direttrice Tiziana D’Angelo rientra nel solco di una strategia ormai ben consolidata, ovvero quella di adibire i luoghi della cultura ad uso commerciale, attraverso l’allestimento di convegni, nozze ed altri eventi privati a pagamento.
Benché la decisione adottata dalla direzione del Parco Archeologico di Paestum di aumentare il tariffario per i servizi fotografici per cerimonie nuziali rientri pienamente nell’ambito delle proprie competenze, è necessario interrogarsi sull’appropriatezza di tali destinazioni d’uso per siti culturali di tale pregio, tenendo conto del loro valore storico e della loro vocazione turistica, il criterio della partecipazione economica del privato al pubblico, seppur lecito, non può prescindere dalla tutela del bene e dalla garanzia della sua fruibilità collettiva.
Sempre più spesso, invece, dietro la pretesa di valorizzazione, si cela una forma edulcorata di sfruttamento che mortifica la grandezza immortale di questi luoghi e risponde solo alla logica della rimuneratività; il diffondersi di un modello di gestione semi-privata orientata al lucro che rischia di trasformare i beni culturali, che di diritto appartengono alla comunità, in beni esclusivi, appannaggio di pochi fruitori disposti a pagare somme elevate per poterne godere.
La vastità del patrimonio storico-culturale del nostro Paese è tale da poter soddisfare le richieste di tutti coloro i quali esprimano il desiderio d’immortalare momenti speciali sullo sfondo delle nostre bellezze, tuttavia, è fondamentale che l’imperativo economico non prevalga sulla disponibilità pubblica del bene e che i servizi a pagamento siano erogati in maniera tale da garantire la piena fruibilità degli spazi a favore della collettività, ma in primis la tutela e il rispetto di beni culturali unici al mondo”.
NOTA DEL VICEPRESIDENTE DEL GRUPPO PD ALLA CAMERA – Anche il deputato irpino Toni Ricciardi, vicepresidente del gruppo PD alla Camera, con una nota ufficiale ha invitato il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, a “chiarire in merito alle tariffe introdotte per il noleggio dell’area archeologica di Paestum. Siamo in presenza di una anomalia che lascia interdetti. La tariffa più alta prevede addirittura il noleggio esclusivo del Tempio di Nettuno per 7.000 euro all’ora, durante la quale i turisti paganti non potranno accedervi, in quanto dovrebbero attendere, nonostante il biglietto regolarmente pagato, il termine della manifestazione noleggiante”.
“L’aumento delle tariffe è avvenuto sulla base del D.M. 108/2024 che stabilisce nuovi importi minimi per l’uso dei beni culturali. Questo decreto ha portato la direzione del Parco a rivedere sostanzialmente i costi dei servizi fotografici e degli spazi concessi. In questo modo, però, la direzione del Parco archeologico di Paestum si è resa responsabile di un provvedimento davvero discriminatorio su base di censo”, aggiunge.
“La cultura come da costituzione deve essere accessibile a tutti ed è inaccettabile che ci siano persone che pagando un biglietto debbano sospendere la propria visita solo perché c’è qualcuno che paga di più. Su questo attendiamo parole chiare da parte del Ministro Sangiuliano per capire se la direzione del Parco sia andata oltre il perimetro del dm”, conclude Ricciardi.