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Autotrapianto di capelli, le due principali alternative: FUE e FUT
Redazione
24 luglio 2024 12:05
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Oggi il trapianto di capelli è ormai considerato un intervento chirurgico di routine, ma in un passato non lontano non era affatto così: questa metodologia, infatti, ha dovuto spesso scontrarsi con dei limiti importanti, per via dei quali il risultato finale riusciva a rivelarsi ottimale solo in determinati casi. La principale criticità legata all’effettuazione dei trapianti di capelli è stata senz’altro, storicamente, il verificarsi di fisiologici rigetti da parte dell’organismo, un’eventualità, questa, che oggi può essere efficacemente scongiurata optando per il trapianto di capelli endogeni, ovvero appartenenti al medesimo paziente.

Per questo motivo, oggi pressoché la totalità dei trapianti di capelli rientra nella categoria degli autotrapianti, ovvero appunto trapianti di capelli appartenenti all’organismo della medesima persona che si sottopone all’intervento, opportunamente prelevati da zone donatrici che nella grande maggioranza dei casi corrispondono alle aree dei lati della testa e della nuca, dove i capelli sono quasi sempre permanenti.

Non è affatto esagerato sostenere che lo sviluppo ed il perfezionamento della tecnica dell’autotrapianto abbia rappresentato un’autentica rivoluzione nel mondo tricologico, una rivoluzione che consente oggi a tantissime persone di recuperare la propria capigliatura, con tutti i risvolti positivi che comporta in termini di “self confidence”.

Oltre all’aspetto tecnico di cui si è detto, che ha sicuramente un’importanza cruciale, l’autotrapianto di capelli presenta ulteriori ed importanti punti di forza, ad esempio il fatto che nel risultato finale vi è una perfetta omogeneità cromatica tra le aree infoltite e le altre zone della testa, oppure il fatto che i pazienti tendono ad accettare in modo più positivo e meno traumatico un risultato ottenuto facendo ricorso a elementi biologici endogeni. L’autotrapianto è dunque protagonista assoluto nelle odierne soluzioni di contrasto alla calvizie, ma dal punto di vista tecnico può essere eseguito in due principali metodologie, FUE e FUT, che andiamo subito a scoprire.

L'autotrapianto con tecnica FUE - FUE è acronimo di Follicular Unit Extraction e questa tecnica prevede che, dalle zone donatrici, siano prelevate delle singole unità follicolari tramite un apposito strumento chirurgico chiamato punch; ognuna di esse, è utile sottolinearlo, contiene da 1 a 4 bulbi, ovvero un analogo numero di capelli. Nell’area da infoltire, d’altro canto, vengono realizzate delle piccole incisioni, le quali andranno ad accogliere le unità follicolari estratte dalle zone “donor”; è in questo modo, dunque, che viene realizzato l’infoltimento.

I vantaggi di questa tecnica sono numerosi, a cominciare dal fatto che, potendo stabilire liberamente la collocazione di ogni singola unità follicolare nell’area da infoltire, è possibile creare un risultato estremamente preciso. Con questa tecnica le unità follicolari possono essere prelevate liberamente da qualsiasi parte della zona donatrice, senza particolari vincoli, inoltre, cosa importante, essa non fa comparire delle cicatrici evidenti. Come si può notare visitando il sito web di una nota clinica di chirurgia estetica italiana, clinicbiorigeneral.com, esiste anche una particolare variante della tecnica FUE, denominata DHI.

DHI è acronimo di Direct Hair Impiantation, e la differenza sostanziale con la tecnica FUE in senso stretto è nel fatto che le unità follicolari prelevate dalle zone donatrici possono essere impiantate direttamente nelle aree da infoltire, senza che debbano essere precedentemente realizzate, su quest’ultime, delle apposite incisioni. Come si può leggere, ciò è possibile grazie ad uno specifico strumento chirurgico denominato choi implanter pen, così chiamato per via della sua forma molto simile a quella di una penna. È interessante sottolineare che secondo un report dell’associazione no profit internazionale ISHRS, International Society of Hair Restoration Surgery, la metodologia FUE è la più diffusa a livello mondiale. Tale studio, relativo all’anno 2022, ha rilevato come ben il 75,4% degli autotrapianti realizzati su uomini sia stato effettuato con tecnica FUE; tale metodologia prevale anche tra le donne, ma con una percentuale inferiore, pari al 57%.

L'autotrapianto con tecnica FUT - FUT è acronimo di Follicular Unit Transplantation: anche questa tecnica prevede un prelievo di unità follicolari dalle zone donatrici, ma non in modo singolo, bensì in “strips”, ovvero piccole porzioni di cute che vengono poi impiantate nelle aree da infoltire. Questa metodologia consente di movimentare, nell’ambito di un’unica operazione chirurgica, quantità di capelli significative, di conseguenza è spesso scelta per l’infoltimento di aree estese.

Il principale limite della tecnica FUT corrisponde al fatto che può comportare l’insorgere di cicatrici visibili sulle zone donatrici, le quali comunque, in genere, riescono ad essere nascoste senza particolari difficoltà evitando di portare, in tali aree, i capelli troppo corti. Secondo il già citato report di ISHRS, viene effettuato con tecnica FUT il 21,3% degli autotrapianti su pazienti di sesso maschile e il 41,7% degli autotrapianti effettuati su donne, si tratta dunque di cifre chiaramente distanti rispetto a quelle riguardanti la tecnica FUE. Le percentuali restanti, ovvero il 3,3% per gli uomini e l’1,4% per le donne, corrispondono ad interventi di autotrapianto in cui si adottano tecniche FUE e FUT in modo congiunto.



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