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Trasporti internazionali, De Rosa (SMET): “Crisi del Mar Rosso dimenticata”
Comunicato Stampa
06 settembre 2024 10:15
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SALERNO. Nello scenario geopolitico mondiale attuale, ci sono due conflitti che dominano ed egemonizzano l’interesse dei governi e dei media: quello russo-ucraino e quello israelo-palestinese. Proprio su quest’ultimo, si segnala un fronte aperto ormai da svariati mesi relativo al Mar Rosso e al Canale di Suez, con il gruppo terroristico degli houthi che ha preso di mira le navi in transito davanti alle coste dello Yemen e che ritengono legate a Israele. Questo accadeva a dicembre 2023.

Sono passati circa nove mesi e nessuno (o quasi) sta più parlando della condizione di crisi del mar Rosso. “È calato un velo su quella che è una crisi importantissima - afferma il Cav. De Rosa, CEO di SMET - dalle oltre 5 milioni di tonnellate al giorno che transitavano prima dell’inizio della crisi, si è giunti alle 800.000 tonnellate al giorno, e il trend si è consolidato, il volume di merci che transita da Suez si fa via via minore. Questo lo pagheremo sulle nostre tavole e lo vedremo riflesso nei numeri del paniere dell’ISTAT. I prezzi possono tornare a correre”.

Il CEO di SMET ricorda che, per il timore di attentati terroristici perpetrati dagli houthi, i premi assicurativi sono aumentati notevolmente e si preferisce adottare rotte più lunghe ma più sicure: “Dovendo circumnavigare l’Africa piuttosto che passare per Suez, i costi logistici aumentano sensibilmente, aumentano i tempi e tutto questo si riverbera sui prezzi. Questo lo abbiamo osservato già all’inizio di questa crisi, alla fine dell’anno scorso. L’italia è poi particolarmente penalizzata, considerando che quasi la metà del nostro export marittimo transita da Suez. Siamo i primi che, per salvaguardare concretamente i nostri interessi economici e commerciali, dovremmo dare priorità alla risoluzione della crisi che si è generata nel Mar Rosso”.

Il Cav. De Rosa lancia così l’appello: “Nessuno sta parlando più del terrorismo degli houthi e le notizie in merito, sui giornali e sugli altri media, sono quasi nulle. Il governo italiano sta mettendo a disposizione la scorta della Marina Militare alle navi che transitano da lì, ma ciò non è affatto sufficiente. Non basta, e il crollo verticale dei traffici commerciali nel Mar Rosso lo dimostra. La politica italiana e internazionale è concentrata su altri scenari sicuramente importanti, ma che hanno un impatto economico molto meno significativo rispetto alla crisi, prolungata, nel canale di Suez”.

Il CEO di SMET conclude l’analisi rifacendosi ai concetti del realismo e pragmatismo geopolitico: “Veniamo da anni difficili, tra Covid, guerre e inflazione alle stelle. In questo momento, ci vuole maggior sensibilità verso i nostri interessi, sia come Sistema Paese sia come nazione italiana. La nostra priorità geopolitica dovrebbe essere la risoluzione della crisi nel Mar Rosso, per scongiurare nuovi rincari e i potenziali, devastanti effetti sulle tasche degli italiani, nonché degli stessi imprenditori. Non possiamo permetterci passi falsi: ci giochiamo la ripresa economica del Paese e dobbiamo agire con pragmatismo, rivendicando il nostro ruolo in Europa e nel mondo”.



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