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INCASTRATI DAI CARABINERI
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Montecorvino, omicidio Persico: arrestati i killer, rei confessi
Comunicato Stampa
25 gennaio 2014 10:01
Eye
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MONTECORVINO. Nella tarda serata di ieri, i carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale, della Compagnia di Battipaglia e della Stazione di Montecorvino Rovella, coordinati dal pm Vincenzo Montemurro della Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno, hanno eseguito il provvedimento di fermo di indiziato nei confronti di tre dei quattro soggetti ritenuti responsabili dell’omicidio di Vincenzo Persico, avvenuto nel pomeriggio di domenica 19 gennaio nel pieno centro di Montecorvino Rovella. Le persone fermate, a vario titolo responsabili per l’efferato fatto di sangue, sono i pregiudicati Alberto Volpicelli, 25enne di Giffoni Valle Piana; Domenico Lamberti, alias “Mimmo ‘a Mafia” 38enne di Giffoni Valle Piana, e Nicola Brunetto, 45enne di Montecorvino Rovella (nelle foto), mentre un quarto soggetto, con gravi responsabilità nel delitto, che era attivamente ricercato, si è poi costituito. Si tratta del 36enne salernitano Angelo Di Lucia. 

Nel pomeriggio del 19 gennaio scorso, in Via Cavour a Montecorvino Rovella, il 26enne Vincenzo Persico, alias “Enzo coca cola”, pregiudicato, già sottoposto all’obbligo di dimora in quel Comune per rapina aggravata, veniva avvicinato da uno sconosciuto che gli esplodeva contro quattro colpi d’arma da fuoco. Il giovane, benché ferito, riusciva a fuggire a bordo del proprio motociclo venendo inseguito dal sicario che, nel frattempo, trovava posto a bordo di altro scooter condotto da un complice, esplodendo al suo indirizzo ulteriori colpi di pistola. La vittima abbandonava poi il suo scooter dopo alcune centinaia di metri, tentando fuggire a piedi ma, a causa delle gravi ferite, si accasciava al suolo. Il Persico, benché tempestivamente soccorso dai sanitari del 118 e trasportato presso l’ospedale “Ruggi” di Salerno, decedeva a causa delle ferite riportate al torace ed all’inguine. Le indagini immediatamente avviate e sostenute da un imponente sforzo investigativo, in piena sinergia con l’Autorità Giudiziaria, hanno già nelle prime fasi consentito di inquadrare il fatto di sangue nell’ambito di contrasti per il controllo dello spaccio di sostanze stupefacenti nella zona. In particolare, grazie alla approfondita conoscenza della realtà locale da parte dei carabinieri della Stazione di Montecorvino Rovella, gli inquirenti venivano a conoscenza che il Persico, qualche ora prima dell’agguato mortale, aveva avuto una violenta discussione con un giovane spacciatore tossicodipendente del luogo, Alberto Volpicelli, per motivi concernenti il controllo della piazza di spaccio. Nel corso della violenta discussione, Persico percuoteva ripetutamente il Volpicelli. Le indagini hanno consentito di accertare che il Volpicelli, in stato d’ira e di alterazione conseguente all’assunzione di stupefacenti, si è immediatamente organizzato per vendicare l’affronto subito. Infatti, dopo essersi procurato una pistola semiautomatica da lui acquistata nel dicembre scorso a Napoli con il Lamberti, e da quest’ultimo custodita, con la complicità di Nicola Brunetto, presso la cui abitazione è stato organizzato l’attentato e che, in particolare, ha procurato ai sicari i guanti e, al tempo stesso, custodito l’arma del delitto durante il sopralluogo e la ricerca della vittima. Il Volpicelli e il Di Lucia, dopo aver notato Persico seduto presso un chiosco situato nella piazza del paese, tornava presso l’abitazione del Brunetto, si armava e, a bordo di uno scooter di provenienza furtiva, guidato da altro complice, anche egli ricercato, ritornava in centro con il chiaro intento di porre in atto il progetto omicidiario. Dopo l’agguato, i due killer raggiungevano una località isolata dove si disfacevano, incendiandoli, del mezzo, dei caschi e parte del loro abbigliamento. Qui, i due sicari venivano “recuperati” dal Lamberti che li conduceva al sicuro. Accertato tale quadro accusatorio, i carabinieri hanno dato corso ad incessanti ricerche, che hanno consentito di rintracciare prima il Brunetto e, successivamente, il Volpicelli che, sottoposti a lungo interrogatorio alla presenza dei rispettivi legali e davanti al pm, ammettevano le loro responsabilità fornendo piena confessione. Dopo ulteriori ricerche, in nottata, veniva infine, rintracciato tra le montagne del picentino e sottoposto a fermo anche Domenico Lamberti. I fermati venivano ristretti presso il carcere di Salerno Fuorni a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.



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