Entrerà in vigore il prossimo 2 aprile il decreto legislativo n. 28/2015, che, come auspicato dal  Governo, si propone di ottenere “una più rapida definizione, con decreto di archiviazione o con sentenza di assoluzione, dei procedimenti iniziati nei confronti di soggetti che abbiano commesso fatti di penale rilievo caratterizzati da una complessiva tenuità del fatto, evitando l’avvio di giudizi complessi e dispendiosi laddove la sanzione penale non risulti necessaria”. Si tratta di una modalità di definizione del procedimento penale già esistente in ambito minorile per esigenze di tutela proprio del soggetto minorenne, verosimilmente pregiudicate da un processo a suo carico per fatti di modesta preoccupazione sociale.

Il decreto legislativo n. 28/2015 introduce nel codice penale l’art. 131 bis, che esclude la punibilità dell’autore di reati per i quali è prevista la pena pecuniaria oppure una pena detentiva non superiore a cinque anni, quando, “per le modalità della condotta e per l’esiguità del danno o del pericolo, l’offesa è di particolare tenuità”, sempre che il comportamento non sia abituale. Non può, comunque, essere ritenuta di particolare tenuità la condotta di chi abbia agito  per  motivi abietti o futili, o con crudeltà, anche in danno di animali, o abbia adoperato sevizie, e in altri casi specificamente individuati.

In astratto, l’applicazione della nuova norma potrebbe riguardare un catalogo di reati ampio, nel quale ricomprendere ingiuria, minaccia, diffamazione, truffa e tanti altri. Di conseguenza, per alcuni, tenuità equivale ad impunità; per altri, ad una auspicata nuova efficienza del sistema penale.

In realtà, nessuno ha ragione, né torto, perché solo attraverso l’opera di interpretazione concreta che sarà svolta nei prossimi mesi e con le prime pronunce, si potrà avere un quadro effettivo delle modifiche.