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PD E CODICE ETICO: SINDACO ATTACCA IL DEPUTATO
PD E CODICE ETICO: SINDACO ATTACCA IL DEPUTATO
Capaccio, Alfieri: “Valiante parla male di me perché sente tremare la poltrona che gli ha dato il padre”
Alfonso Stile
28 marzo 2015 19:37
Eye
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CAPACCIO PAESTUM. L’inaugurazione del Comitato elettorale a Capaccio Paestum (nella foto) è l’occasione per il sindaco di Agropoli e candidato al Consiglio regionale, Franco Alfieri, per promettere il proprio impegno politico e umano in favore della città dei Templi: “Devo ammettere che qui mi sento di casa, perché mi conoscono tutti e so che i capaccesi guardano con ammirazione a quello che ho saputo fare come sindaco ad Agropoli, e quindi sanno che affronto e risolvo i problemi della comunità con decisione; per questo, da Capaccio Paestum mi aspetto un grande contributo e che mi stia vicina, cosa che ricambierò poi per anni, perché sento che Capaccio ed Agropoli sono strette in un unico destino”. Dal circolo capaccese del Pd, che ha dapprima sostenuto il sindaco Italo Voza per poi schierarsi contro la sua Amministrazione, formando un gruppo all’opposizione rinnegandolo come primo cittadino al punto tale da indurlo perfino a strappare la tessera del partito, ecco Alfieri cosa si aspetta: “Posso dire che mi aspetto tanto dalla comunità, dove c’è il mio partito, che è un partito serio, e la normalità vuole che sostenga il candidato più vicino; quindi auspico che certe criticità, per quanto complesse, vengano messe da parte e non pregiudichino una grande opportunità per la collettività, dimostrando un sostegno compatto ad un candidato le cui chance di elezione sono molte, e il territorio capaccese con me in Regione potrà contare sempre su un interlocutore affidabile, che ha a cuore le sorti e lo sviluppo di Capaccio Paestum, le cui potenzialità non le scopro certo io”. Stuzzicato sull’ostruzionismo ostentato dal deputato Pd, Simone Valiante, in merito alla composizione della lista del partito che sosterrà il candidato governatore Vincenzo De Luca, Alfieri non si trattiene e attacca: “Valiante è impegnato a garantirsi un suo futuro politico, poiché dopo che per tanti anni suo padre si è impegnato a costruire candidature e ruoli per lui, ora sente che la sua poltrona trema; in quella parte del Cilento, infatti, mi sembra che grande sviluppo non ci sia stato, perché c’è stata sempre grande attenzione a non far crescere altre figure politiche anziché il territorio; e questo lo testimoniano proprio la sua attenzione spasmodica e grande impegno nel preoccuparsi che il candidato più forte del Pd non debba essere candidato perché vige il ‘codice etico’, e al riguardo posso dire che ciò non mi preoccupa affatto, perché nel mio caso non si è ancora aperto nemmeno il dibattimento… ma mi chiedo, invece, se sia etico che un padre consigliere regionale faccia diventare il figlio deputato? È etico che il figlio deputato, ora che il padre è fuori dai giochi, spinga per farlo diventare presidente del Parco? Questo non è etico per un partito! Non è etico governare per 30 anni un territorio senza fare nulla, eccetto clientelismo per accrescere il proprio potere… Ed oggi che le loro poltrone tremano, che il territorio è stanco di queste persone e invoca gente concreta, che fondano il consenso non sul bisogno delle persone ma sulle azioni messe in campo per loro, si preoccupano che il candidato più forte del partito non debba essere candidato!”. Poi, l’arringa finale: “Ai Valiante le cose non le mando a dire, gliele dico in faccia come ho fatto sempre, perché non sono come loro… che muovono non perdono occasione per screditarmi, che mandano rassegne stampa in continuazione al partito contro di me, che sussurrano all’orecchio del vicesegretario Guerini ogni giorno negatività sul mio conto; io dico solo, invece, che vedremo alla fine chi la spunta, intanto alle primarie hanno avuto un brutto colpo, poiché hanno visto svanire dalla sera alla mattina tutto quello che avevano costruito in decenni di clientele… dopo le Regionali, si accorgeranno di cosa resterà nelle loro mani, un pugno di mosche, quelle che hanno messo in mano ai cilentani per tanti anni”.



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