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L'Opinione - Bandiera blu a Paestum per migliorare il litorale
Aurelio Di Matteo
01 giugno 2012 13:46
Eye
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La volontà espressa dall’Amministrazione comunale, conformemente supportata dall’Ente Regione, di candidare anche le spiagge del litorale di Capaccio-Paestum per l’assegnazione della Bandiera Blu è iniziativa senz’altro lodevole. Tale assegnazione non certifica effettivamente e con dati oggettivi la limpidezza del mare e l’eccellenza dei servizi, ma è ottimo strumento di marketing e di attrattore turistico estivo. È notorio, infatti, che la FEE (Foundation for Environmental Education), l’organismo internazionale che assegna il riconoscimento, non ha propri laboratori, né è attrezzata per eseguire direttamente le analisi delle acque. Essa affida il compito agli Istituti regionali a ciò preposti. Nel nostro caso all’ARPAC. E questo è il primo dubbio sull’attendibilità dei risultati, in quanto è un Ente che potrebbe essere “inquinato” da sollecitazioni politiche. L’esempio di quanto successo, qualche mese addietro, per la certificazione della balneabilità delle spiagge di Salerno può ben essere esemplificativo. Né si comprende del tutto la Bandiera Blu assegnata al Lungomare di Agropoli in cui insiste la foce del Testene, dallo stesso ARPAC classificata come “fortemente inquinata”!  Non è nemmeno casuale che spesso le sue certificazioni si trovino in contraddizione con quelle effettuate da Legambiente o da altri Organismi. D’altra parte la documentazione che la FEE chiede per l’assegnazione della Bandiera è prodotta interamente con autocertificazione da parte delle Amministrazioni comunali, limitandosi a eventuali verifiche effettuate da parte del Comitato nazionale di Giuria. Insomma la procedura e le certificazioni hanno una forte connotazione burocratica e “relazionale”, che espone il risultato a molti dubbi. Eppure la Bandiera Blu è un ottimo messaggero e uno straordinario attrattore per il turismo balneare. Io aggiungerei che la candidatura è anche un mezzo per conseguire altri due risultati positivi per migliorare lo stato e la praticabilità del litorale e dell’area pinetata. Il primo. Come si desume dalla stessa denominazione dell’organismo che assegna le bandiere, la candidatura comporta innanzitutto una serie di interventi for environmental Education, a cominciare da un’ampia informazione in loco e dall’obbligo di comportamenti adeguati da parte degli utenti e dei gestori. Insomma un’azione di complessiva educazione ambientale e di cura del contesto dei servizi.  Sarà d’obbligo mantenere non solo la spiaggia ma l’intera area circostante “nelle condizioni di massimo rispetto dei Piani Regolatori e della legislazione ambientale”, dovrà essere “osservato il divieto di accesso alla spiaggia di cani e di altri animali domestici” ..  “fatto rispettare il divieto di campeggio, di circolazione di autoveicoli o motoveicoli e deve essere proibito ogni tipo di discarica”. Analogamente “Le costruzioni e le attrezzature di spiaggia devono essere tenute in buono stato di conservazione”. Questi sono solo alcuni dei presupposti e delle condizioni che comporta la semplice candidatura all’assegnazione della Bandiera Blu, che, se realizzati, di per sé possono già costituire un valido strumento per incrementare e fidelizzare i frequentatori estivi dei lidi e di Paestum, in questi ultimi anni costantemente in decremento. Il secondo. Senza far riferimento ai dati di Legambiente, che potrebbero essere guardati con sospetto, l’ARPAC non ha potuto non rilevare il grave stato d’inquinamento dei tratti di mare interessati dalle foci del Sele, del Solofrone, del Fiumarello, di Capo di Fiume. La candidatura comporterebbe di necessità interventi rivolti a rimuovere, finalmente, le cause di tale inquinamento, attribuibili senz’altro a sversamenti illeciti o ad attività esercitate in spregio alla normativa di riferimento. L’impegno preso dall’Amministrazione comunale, perciò, è da considerare positivo se si traduce da subito in una serie di interventi rivolti a promuovere non solo servizi adeguati e condizioni di vivibilità sostenibile, ma comportamenti dei cittadini (residenti – stagionali – immigrati) coerenti con lo scopo da conseguire, rispettosi del patrimonio ambientale e ispirati alle elementari norme della convivenza civile.

Aurelio Di Matteo



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