CASTELLABATE. Emergono nuovi dettagli sulla morte di Silvia Nowak, la 53enne tedesca ritrovata morta, seminuda e semicarbonizzata, in un bosco di Ogliastro Marina, nel Cilento. A fornirli il procuratore capo f.f. di Vallo della Lucania, Antonio Cantarella, nel corso di un’intervista rilasciata al programma ‘Ore 14’ su Rai Due.
In primis, il magistrato conferma che l’arma del delitto “è un oggetto contundente, di una tipologia che potrebbe avvicinarsi ad un martello, vista la forma dei colpi inferti” per uccidere la vittima, ipotizzando anche che “il trasporto del corpo, per essere occultato, sarebbe dovuto avvenire tra i boschi, perché l’altra soluzione sarebbe stata portarlo attraverso la strada principale che, sebbene poco trafficata in questo periodo, avrebbe esposto l’assassino alla possibilità di essere visto da qualcuno”.
Cantarella aggiunge anche “dalla telecamera della villetta di fronte casa dei Nowak, s’intravede Silvia che scende, costeggia la recinzione (nella foto) e parla con una persona, la cui posizione non è ben chiara, ma proviene da direzione della casa” perché infatti si sente “una voce maschile a cui la donna rivolge una domanda in tedesco”. La donna aveva con sè una ciotola e un guinzaglio, che però non sono stati ritrovati. È una delle ragioni, probabilmente, per la quale è stato iscritto nel registro degli indagati il compagno e connazionale di Silvia, Kai Dausel, che dunque potrebbe essere stata l’ultima persona a vedere o a parlare con Silvia prima che venisse uccisa.