EBOLI. La Procura di Salerno ha chiuso l’inchiesta sulla morte di Francesco Pio, il bimbo di appena 13 mesi sbranato da due pitbull, lo scorso aprile, sulla fascia costiera di Eboli. Concorso in omicidio colposo: questo il reato contestato, dal pm Alessandro Di Vico, ai proprietari dei due cani, Gaia Sabato e Fabio Fiorillo, accusati nello specifico di "negligenza e imprudenza" nell’affidare la temporanea custodia dei molossi a mamma e zii del piccolo, Giuseppe e Simone Santoro, ritenuti inidonei a occuparsi di animali così pericolosi e violenti.
L’avviso di conclusione delle indagini preliminari è stato notificato, ieri, ai due indagati, che ora avranno 20 giorni di tempo per farsi interrogare dal pubblico ministero o presentare memorie difensive. Dopodiché, il pm deciderà se chiedere al gip il rinvio a giudizio o l'archiviazione dei reati ipotizzati. Individuate come parti offese i genitori del piccolo, Paola Ferrentino e Francesco D’Amaro. Era in braccio allo zio Simone il piccolo Francesco Pio quando i due pitbull lo azzannarono, nel cortile della villetta a Campolongo, dove si è consumata la tragedia. Caduto dalle braccia del familiare, è stato sbranato con ferite letali a nuca, schiena e torace. A provare a salvarlo dalla furia dei cani, invano, fu lo stesso zio, che rimase ferito da morsi alla gamba sinistra, e la madre, anche lei ferita agli arti inferiori.
Tra le fonti di prova utilizzate dalla Procura, i rilievi eseguiti dai carabinieri della locale Compagnia, la relazione del medico legale che eseguì l’autopsia e la consulenza tecnica comportamentale sui due pitbull, Pablo e Totò, che furono sottoposti a sequestro sanitario e amministrativo e trasferiti in una struttura dedicata per essere rieducati.