CASTELLABATE. “Non lasciare la panchina vuota… Siediti e pensa”. Questa la frase incisa sulla panchina inaugurata stamane a Ogliastro Marina, frazione di Castellabate, in ricordo di Silvia Nowak, la 53enne tedesca trovata senza vita e semi-carbonizzata il 18 ottobre scorso. L’iniziativa, promossa dall’associazione “Insieme per Ogliastro” e fortemente sostenuta dalla comunità locale, ha provocato negli ultimi giorni un acceso dibattito. A suscitare polemiche è stata la richiesta dell’Amministrazione comunale di evitare l’uso del colore rosso per la panchina. In una nota ufficiale, il sindaco Marco Rizzo ha giustificato tale indicazione spiegando che “la panchina rossa è già utilizzata quale simbolo inequivocabile e distintivo della volontà di contrastare il fenomeno del femminicidio” e dato che “sono ancora in corso le indagini sull’omicidio” ha consigliato di scegliere di installare eventualmente un altro simbolo, come per esempio una panchina di color bianco. Il primo cittadino l’ha ribadito anche stamane: “E’ un momento di riflessione e di ricordo per Silvia, che aveva scelto Castellabate per vivere con il suo compagno. Abbiamo suggerito di usare un colore diverso, come il bianco, perché c’è ancora un’indagine in corso ed è opportuno attendere gli sviluppi giudiziari”. Gli organizzatori, oltre alla frase dedicata a Silvia, hanno fatto però disegnare anche un cuore rosso spezzato, per ricordare la 53enne e invitare alla riflessione. Il compagno, Kai Dausel, unico indagato finora per l’omicidio della donna, vi ha posizionato un fascio di rose rosse e due lumini. E poi il suo ringraziamento alla comunità e l’appello alle Autorità italiane: “Grazie a tutti coloro che stanno qui per ricordare Silvia, sono straordinari. Spero che sia fatta giustizia e chiedo uno sforzo maggiore per arrivare alla verità”. Mentre il presidente dell’associazione “Insieme per Ogliastro”, Giuseppe Pascale, ha ribadito l’importanza dell’iniziativa “per non dimenticare Silvia e rimanere accesa l’attenzione affinché si riesca a fare luce su quanto accaduto”. La cerimonia è stata preceduta dalla santa messa officiata da don Pasquale Gargione, che ha poi anche benedetto la panchina. Ma dalla piccola frazione del comune cilentano si leva anche tutta la rabbia e la delusione su quanto accaduto in questi mesi. E’ stato affisso in prossimità del luogo del ritrovamento uno striscione rosso con la scritta: “Verità, Giustizia, Responsabilità…?”. Ed è Remo Guercio, vicino di casa e amico della coppia, a manifestare il disappunto: “Tante cose fanno rabbia, come atteggiamenti segnalati e dubbi su circostanze, ma in due mesi assolutamente non verificati! Fa paura sapere che quando le cerchi, le Istituzioni, già la prima sera, alla fine prevale il regolamento e non l'urgenza, ipotizzando un allontanamento volontario e non una tragedia già urlata anche all'Amministrazione, chiedendo di verificare, ma invano! Si è rimasti ad aspettare che Silvia ritornasse a casa dopo una ipotetica avventura extra così come manifestato in pubblico da soggetti! Che ci sia giustizia per Silvia in tutte le direzioni”. Intanto, sul fronte delle indagini, a due mesi dal tragico ritrovamento senza vita della donna, non sono emerse novità sostanziali. L’unico indagato, al momento, resta il compagno, Kai Dausel, 62enne connazionale della vittima. Non è escluso però che la Procura di Vallo della Lucania stia valutando in questa fase anche altre piste.