CASAL DI PRINCIPE. Avevano allestito un vero e proprio market della droga le tre persone, tutte di nazionalità italiane, che, questa notte, sono state arrestate dai carabinieri della Stazione di Casal di Principe e che dovranno rispondere dei reati di spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti oltre che della ricettazione e detenzione abusiva di armi. A finire in manette sono stati un 33enne, sua madre 58enne e un 35enne, tutti di Casal di Principe. Nel droga shop che avevano allestito presso la loro abitazione, oltre alla droga i carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato anche una pistola balestra, un fucile e una carabina ad aria compressa, nonché un fucile da caccia oggetto di rapina. Quando i carabinieri hanno fatto irruzione nello stabile, videosorvegliato, hanno notato che una stanza, ubicata nel cortile, era stata appositamente adibita alla vendita della droga. All’interno di quest’ultima vi era un tavolo allestito con diverse varietà di sostanza stupefacente. Chi entrava per acquistare stupefacenti poteva scegliere tra hashish, marijuana, cocaina e eroina. Era data anche la possibilità di consumare lo stupefacente acquistato in loco tant’è che erano già pronte delle “piste” di cocaina per chi voleva usufruirne nell’immediato. Inoltre, ai “clienti”, veniva data anche la possibilità di ricevere lo stupefacente a domicilio. Tutta l’attività veniva documentata su “libri contabili” quali pizzini, agende e rubriche dove erano annotati nomi, importi e date riferite a consegne effettuate o da effettuare. Nel corso dell’attività i militari dell’Arma hanno complessivamente rinvenuto e sequestrato 207,98 gr di mariujana, 7 gr di hashish; 3,13 gr di cocaina, una bustina in cellophane contenete eroina, semi di marijuana, nonché sostanze da taglio come il mannitolo e bicarbonato di sodio purissimo. Sequestrati anche diversi bilancini di precisione, copiose quantità di materiale idoneo al confezionamento, 4 telefoni cellulari utilizzati per svolgere l’attività e la somma contante di 1146 euro. Gli arrestati sono stati tradotti presso le carceri di Santa Maria Capua Vetere (i due uomini) e Secondigliano (la donna).