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Napoli Basket, a Cremona arriva terzo ko di fila: si complica discorso salvezza
Carmelo Prestisimone
09 marzo 2025 10:38
Eye
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NAPOLI. Non ci sorprende francamente questo ulteriore tonfo, il terzo di fila, del Napoli basket a Cremona (94-85) soprattutto dopo il segnale visto e ascoltato nella precedente sconfitta contro Pistoia a Fuorigrotta. Agli azzurri manca il cuore, la tempra, la tigna per salvarsi in una dimensione difficile dove sono coinvolte almeno 5 squadre e dove la mission permanenza è ancora praticabile (9 gare al gong) ma con più di qualche disagio per i napoletani. Integriamo: non tutte le qualità elencate poco fa vengono da sole perché Napoli non può sperare di salvarsi solo utilizzando gli extra budget e ingaggiando giocatori importanti come accadde quando riuscì a restare in A per la prima volta 4 anni fa individuando nel lituano Gudaitis il salvatore della patria. La lacuna è esattamente questa: manca un organigramma strutturato con un manager, con un uomo di campo che organizzi e provveda alla strutturazione tra staff tecnico e roster. Alla proprietà composta da 3 famiglie appassionate come i Grassi, i Tavassi e gli Amoroso vanno dati i meriti certamente per aver messo in piedi un progetto importante che dovrebbe completarsi a stretto giro con la costruzione di un nuovo palasport al centro direzionale con o senza serie A a questo punto perché sempre vengono prima gli uomini e poi i professionisti o gli appassionati. E lo sport, il basket non si può corroborare o nutrire della sola passione ma occorrono oggi più che mai le competenze dove il Napoli basket ha dimostrato di essere lacunoso dalle sue origini, da 7 anni a questa parte. Tanto di cappello per il curriculum prestigioso e quasi trentennale del signor Alessandro Dalla Salda, l’ad attuale, ma il professionista reggiano anche lui ha dimostrato poca lungimiranza nella stagione in corso e maldestra gestione dopo la vittoria della Coppa Italia dell’anno scorso. L’architetto Pedro Llompart, scelto da Dalla Salda un paio di anni fa e uomo dal grande equilibrio aggiungo, non ha incastrato correttamente gli stranieri e gli americani (5-6 tra tagli e scelte sbagliate) dopo la diaspora dei pezzi migliori partiti per lidi più facoltosi: gli 8 ko sugli 11 iniziali in avvio sotto la guida di Igor Milicic, tecnico sopravvalutato, sono una stilettata che Napoli si porterà fino alla fine del campionato. E non è vero neanche che sia stata una gara vera quella degli azzurri, come qualcuno dice o scrive, contro i lombardi di Brotto. E’ stata invece la solita partita del Napoli basket che tiene pure, regge, allunga, passa anche avanti sul +2,+3,+4 ma poi nel momento cruciale sconocchia: il segnale negativo che ritorna della mancanza di tempra tra i giocatori evidentemente non supportata dal club: la verità invece sta altrove. Sarà pur vero fino a prova contraria che ci sarà una o più ragioni per cui Napoli è ultima in classifica dopo 21 giornate oppure no? Gli highlights in negativo ripetuti come carta carbone sono i sistematici ritardi degli esterni sulle triple degli avversari. Corey Davis ha banchettato sul perimetro con il suo 6 su 7 che ha prodotto buona parte dei suoi 28 punti. E poi la poca resilienza difensiva nel tridente Pangos, Pullen e Green che segnaliamo da tempo. Loro 3 funzionano certamente per l’aspetto offensivo ma vengono sistematicamete scorticati nelle loro crepe già evidenti quando si tratta di proteggere il canestro. E sia chiaro il play canadese, che riteniamo ancora a 32 anni un buon giocatore, non ci è dispiaciuto al PalaRadi; ha sfiorato la doppia doppia con la bellezza di 12 assist che sono tanti ma con un’anomalia: come fa a non essersi accorto, quindi prendendo le debite precauzioni, di aver commesso il 5° fallo? Col senno del poi ne sono piene le fosse ma magari è mancata un’indicazione dalla panchina o che cosa? Nikolic poi - il 4° cestista ex di turno con Owens, Dreznjak, Burns che ha frequentato Napoli 8 anni fa - è sembrato Scottie Pippen. E’ stato lui a incidere negli equilibri della gara perché Napoli aveva trovato anche la chiave per uscire dall’impasse con Egbunu che spostava volumi e ripuliva tutto nell’area colorata ma il serbo tra tap-in e rimbalzi si è rivelato quel mister utilità necessario in ogni vittoria e capace di rispondere alle sfuriate in area colorata del nigeriano ieri valido (10 punti in 10’). Andiamo sui singoli perché Totè gioca la solita partita gagliarda - 21 punti ma sono ancora troppo pochi i rimbalzi, solo 5 - ma non riesce mai ad essere il match winner nonostante esprima valori chiari nel pitturato. Ed un match winner in una situazione come quella in cui si triova Napoli invece serve e come. Green si fa male, gli esami nelle prossime ore accerteranno il problema. Woldetensae non può fare solo difesa a meno che non la faccia in maniera importante e decisiva e quest’anno sono rari i casi che contiamo. Pullen non fa malissimo ma nel saldo tra attacco e difesa esce con un bilancio negativo. E al di là di tutto il campo ancora una volta ha presentato il conto, inesorabile! Guardando avanti le prossime partite per Napoli non promettono niente di buono: gli azzurri dovranno sfidare alla Fruit Village Arena domenica prossima la Virtus (ore 19,30) poi Milano, Varese, Trapani e Trento. Giocherà in trasferta invece contro Scafati, Trieste, Reggio Emilia e Tortona. Occorrono 5 vittorie su 9 per stare tranquilli e sollevarsi dalla giungla della classifica avulsa che vede di fatto Napoli soccombere contro diverse squadre e su tutte la Pistoia rabberciata e penultima ma meritatamente corsara 7 giorni fa ai piedi del Vesuvio. Senza carattere e, consentiteci, attributi da parte di tutti non si andrà molto lontano. Urge una sterzata emotiva. Nonostante tutto non è ancora troppo tardi per riuscire in una mission ancora possible; anche se le occasioni per cambiare passo si stanno riducendo sensibilmente…



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