CAPACCIO. Continuano le indagini per risalire ai responsabili della profanazione della tomba dei genitori del sindaco Pasquale Marino, e dell’incendio dell’archivio storico, custodito negli uffici cimiteriali. Le indagini sono particolarmente concentrate sull’archivio piuttosto che sul trafugamento delle teche, rinvenute martedì in un cunicolo nell’ala opposta del cimitero, dove è situata la cappella della famiglia Marino. Le teche, effettuati tutti i rilievi, sono state rimesse al proprio posto. L’ipotesi è che nel mirino ci fossero i documenti custoditi nell’archivio e che la profanazione potrebbe essere stato soltanto un diversivo per sviare le indagini. Sulla vicenda gli inquirenti non si sbilanciano e le indagini sono a 360 gradi. In questi giorni i carabinieri di Capaccio e Agropoli stanno ascoltando numerose persone. Tra queste anche i dipendenti del cimitero comunale come persone a conoscenza dei fatti. L’ipotesi che l’incendio potrebbe essere stato provocato per eliminare della documentazione importante legata a qualche attività cimiteriale, dovrà essere confermata e avrà necessariamente bisogno di ulteriori dati. In ballo c’è anche un’inchiesta partita lo scorso mese di agosto dopo la denuncia dei familiari di un defunto “sfrattato” dal suo loculo prima che scadesse il “contratto di affitto”. I resti sono finiti nell’ossario comune e il defunto ha perso la sua identità. I familiari quando si recarono a visitare la tomba del proprio caro trovarono il loculo occupato da un altro defunto. All’epoca dei fatti i parenti procedettero con una denuncia querela nei confronti del Comune e del responsabile dell’area cimiteriale. Vilipendio il reato contestato. Questa è solo una delle piste seguite dagli inquirenti che non escludono nessuna ipotesi. Ma il sentore è che a breve i responsabili di questo vile atto avranno un nome e un cognome, sebbene attualmente non risultano indagati. I risultati dei rilievi effettuati dal nucleo della scientifica di Salerno saranno fondamentali e potrebbero dare una svolta alle indagini.