Giudiziaria
ASCOLTATI 15 TESTIMONI
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Capaccio Paestum, massacro alle Tavernelle: inquirenti tornano in casa di nonna Gilda
Alfonso Stile
06 dicembre 2022 13:31
Eye
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CAPACCIO PAESTUM. Proseguono serrate le indagini sull’omicidio alle Tavernelle, con la Procura della Repubblica presso il Tribunale dei minori di Salerno a lavoro per non lasciare nulla al caso e vederci chiaro sull’omicidio di nonna Gilda: il procuratore capo Patrizia Imperato, infatti, nei giorni scorsi è tornato di persona nella casa di Capaccio Paestum dove Ermenegilda Candreva è stata massacrata con otto coltellate dalla nipote, sulla quale pende ancora la pesantissima accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dal legame di stretta parentela con la vittima.

Gli inquirenti hanno effettuato un nuovo sopralluogo, durato quasi un’ora (nella foto): ad affiancare il magistrato i carabinieri del Sis di Salerno e il comandante della Stazione dell’Arma di Capaccio Scalo, il lgt. Giuseppe D’Agostino. La scena dell’efferato crimine, dunque, è stata nuovamente esaminata da cima a fondo, in particolare l’ingresso, dove la 76enne è stata rinvenuta morta in una pozza di sangue, a faccia in giù e rivolta verso l’uscio, la sera del 7 novembre scorso. Accurati i nuovi rilievi eseguiti nelle altre stanze e sulla porta d’ingresso dell’abitazione, anche al fine di riscontrare la versione dei fatti fornita dalla minorenne nel corso dell’interrogatorio di garanzia. Al termine dell’ispezione, presso la caserma capaccese in Via Italia ’61, il magistrato ha ascoltato anche diversi testimoni, tra cui il fidanzato della ragazzina accusata del terribile delitto, avvenuto al culmine di una furiosa lite: sono oltre 15 le persone sentite a sommarie informazioni, finora, sulla vicenda.

Intanto, l’avv. Antonello Natale, legale difensore della 16enne, nel puntare ad alleggerire la misura cautelare ed alla modifica del capo d’imputazione, potrebbe chiedere la ‘permanenza in casa’ per la minorenne e, contestualmente, la sua ‘messa alla prova’: tale istituto, previsto per i minorenni dal codice penale, oltre alla sospensione del procedimento fino a 3 anni a carico dell’imputata, prevede finanche di ottenere l’estinzione del reato all’esito positivo di un mirato percorso rieducativo disposto dal giudice, che può prevedere lo svolgimento di lavori di pubblica utilità. Nel caso, bisognerà poi vedere se la Procura minorile respingerà, o meno, tale richiesta.



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