AGROPOLI. Occupazione illecita di demanio pubblico ed abusivismo edilizio: questi i reati contestati a 53 titolari di immobili nella città di Agropoli, denunciati alla Procura della Repubblica di Vallo della Lucania a seguito dell’alluvione del novembre dello scorso anno. Tutto è partito da un’informativa inviata dal Comando di Polizia Municipale, guidato dal magg. Antonio Rinaldi, con l’obiettivo di far luce sulle cause di allagamenti ed esondazioni in prossimità dei valloni e affluenti del fiume Testene, eventi eccezionali ripetutisi a distanza di un anno e che causarono danni a case ed attività locali, inducendo l’Amministrazione comunale retta dal sindaco, Roberto Mutalipassi, a chiedere il riconoscimento dello stato di calamità naturale. La Procura cilentana aprì un fascicolo delegando proprio i vigili urbani agropolesi ed i carabinieri forestali ad indagare, e, a distanza di un anno, sono stati recapitate le prime richieste di accertamento per i proprietari di abitazioni costruite nelle pertinenze dei corsi d’acqua cittadini, chiamati ora a tirare fuori tutte le carte utili a dimostrare legittimità e corrispondenza dei propri fabbricati rispetto ai titoli rilasciati dagli enti preposti, ovvero che non sono state eseguite opere abusive. Si parla di edifici risalenti anche a decine di anni fa, aspetto che potrebbe necessitare l’avvio di rilievi topografici utili a rilevare se, nel corso del tempo, i corsi d’acqua non hanno mutato il proprio percorso, paventando per questo la possibilità di aprire numerosi contenziosi tra ente civico e cittadini, nonché all’abbattimento degli immobili irregolari. Intanto, le indagini sono ancora in corso ed il numero delle denunce potrebbe continuare a salire.