Giudiziaria
IN PRIMO GRADO
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Capaccio Paestum, appalti al cimitero: condannati solo due ex amministratori comunali
Alfonso Stile
18 marzo 2024 19:55
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CAPACCIO PAESTUM. Appalti al cimitero di Capaccio Capoluogo: condannati solo due ex amministratori comunali. Con apposita sentenza di primo grado, i giudici della seconda Sezione penale del Tribunale di Salerno, presieduta dal magistrato Lucia Casale, hanno assolto con formula piena “perché il fatto non sussiste” l’arch. Rodolfo Sabelli, comminando invece una pena a 2 anni e 2 mesi per Nicola Ragni ed a 2 anni e 8 mesi per Roberto Ciuccio, all’epoca dei fatti rispettivamente vicesindaco e consigliere di maggioranza. Relativamente ai capi d'imputazione in concorso con Sabelli, sono stati assolti "perché il fatto non sussiste" anche gli imprenditori casalesi padre e figlio Paolo Caterino e Giacomo Caterino, la moglie di quest'ultimo Rossella Marino e l'ing. Arturo Noviello di San Cipriano Picentino. Dichiarato prescritto, invece, il reato di corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio contestato a Giacomo Caterino e all’imprenditore ortofrutticolo paganese Gerardo Gaudiano.

Il procedimento penale è scaturito dall’indagine condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo provinciale di Salerno e Caserta, su delega della Procura della Repubblica di Salerno, culminata con il rinvio a giudizio per 8 indagati nel marzo del 2018. 

Sabelli, che ha rinunciato alla prescrizione, in qualità di responsabile del III Settore del Comune di Capaccio Paestum, fu sottoposto ad obbligo di dimora con l’accusa di rifiuto di atti d’ufficio e abuso d’ufficio (artt. 328 e 323 c.p.). Agli arresti domiciliari, invece, finì Ragni per il delitto di induzione indebita a dare o promettere utilità (art. 319 quater c.p.), così come Ciuccio, il quale però non fu sottoposto ad alcuna misura cautelare, così come tutti gli altri indagati. Accuse rispetto alle quali sia Ragni che Ciuccio si sono professati sempre innocenti: in attesa delle motivazioni della sentenza di primo grado, che saranno rese note entro 90 giorni, i rispettivi legali preannunciano già ricorso in Appello. Per Sabelli, il pm Marinella Guglielmotti aveva chiesto poco meno di 2 anni; per Ragni e Ciuccio, invece, la richiesta era stata di 5 anni. 

In fase di indagini preliminari, fu scagionato da ogni accusa l’ex consigliere comunale Leopoldo Marandino, coinvolto per un singolo episodio, ma attraverso un’articolata memoria difensiva, presentata dall’avv. Federico Conte, il gip Renata Sessa accolse la richiesta di archiviazione del pubblico ministero in quanto fu appurato che non vi era alcuna prova del suo coinvolgimento.

“Ho sempre avuto e continuerò ad avere fiducia nella magistratura, professando la mia innocenza e totale estraneità ai fatti contestati fino all’ultimo grado di giudizio, perseguendo i valori che mi hanno sempre contraddistinto nella vita e nell’attività amministrativa, e continuando a svolgere con impegno il mio ruolo, fino a fine mandato, insieme a tutta la mia squadra” commenta a StileTV, Roberto Ciuccio, attualmente presidente del Consorzio Bonifica di Paestum.

LE INDAGINI - Gli episodi contestati risalgono al 2015: le indagini, aventi ad oggetto i lavori di ampliamento del cimitero comunale di Capaccio Capoluogo, ebbero inizio negli ultimi mesi dell’anno 2014 a seguito di una interrogazione consiliare sui legali rappresentanti delle imprese dell’ATI cui fu affidato l’appalto. Dai riscontri effettuati dagli inquirenti, emerse che una società era attinta da interdittiva antimafia e un’altra sottoposta al sequestro di quote dopo che era finito in carcere con l’accusa di turbata di libertà degli incanti il socio Giacomo Caterino, imparentati con un esponente del clan dei Casalesi, poi divenuto collaboratore di giustizia. 



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